I cinque paesi a rischio default

Il default di uno stato, ovvero l’incapacità di un paese di ripagare i propri debiti, è un tema sempre più d’attualità. Oltre al solito sospetto della Grecia, che ha già parzialmente ristrutturato il proprio debito un paio d’anni fa senza riportare i suoi bilanci su un percorso di sostenibilità, altri quattro paesi allarmano i mercati con alte chance di bancarotta.

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DEFAULT SOVRANO – Il default è una parola sempre più d’attualità nelle crisi che si stanno verificando in diverse parti del mondo in queste settimane. L’Ucraina, al centro di uno scontro sempre più pericoloso tra Russia, Usa ed Ue, è ormai prossima alla bancarotta. Un altro stato dove la popolazione si sta ribellando con sempre maggior forza alle autorità nazionali, ovvero il Venezuela, non è così distante dal dover ricorrere al default. Il quotidiano tedesco Die Welt ha compilato una classifica della probabilità della bancarotta stimandosi non sul giudizio delle agenzie di rating o i dati macroeconomici più rilevanti, ma con il giudizio espresso dai mercati finanziari attraverso i Credit Default Swap sui titoli sovrani. Questi contratti derivati, Cds, trasferiscono il rischio di credito, e offrono una stima della probabilità di una bancarotta di un determinato stato, sul quale un investitore si protegge. Al momento una mezza dozzina di stati sono a rischio default, tra i quali ci sono principalmente paesi emergenti che scontano gravi squilibri economici, oppure situazioni di forte instabilità politica. I paesi più a rischio sono l’Argentina, l’Ucraina ed il Venezuela.

PERCENTUALI DI DEFAULT – Accanto ai due paesi sudamericani più scossi dalle difficoltà finanziarie ed all’Ucraina al centro della più grave crisi di politica internazionale della storia recente, si trovano Grecia ed Egitto. Il governo di Atene, su imposizione della Troika, ha già in realtà effettuato una ristrutturazione del proprio debito, anche se questa fu limitata alla parte privata. L’Egitto, anch’esso paese attraversato da conflitti politici spesso sanguinosi, si trova in una simile situazione di difficoltà, con i diversi regimi che si susseguono tutti incapaci di fermare la traiettoria dell’indebitamento. Le chance della Top 5 del default sono comunque distribuite in modo molto diverso; senza speranza per il mercato dei Cds sovrani appaiono Argentina, Venezuale ed Ucraina, visto che la probabilità di bancarotta a dieci anni supera il 70% per tutti e tre i paesi, e sfiora il 90% per il governo di Buenos Aires. Il crollo del peso rende sempre meno sostenibile il debito contratto in monete più solide, in primis il dollaro.

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DEFAULT EMERGENTI – Sui mercati dei Cds sovrani ci sono poi forti preoccupazioni per la crisi dei paesi emergenti, colpiti in questi ultimi mesi da imponenti deflussi di capitali che hanno tra l’altro beneficiato l’eurozona. Il club di questi cinque paesi che inquietano i mercati sono Sudafrica, Brasile, India, Indonesia e Turchia. Economie che in questi anni hanno attratto molti capitali, che però hanno generato rilevanti squilibri. Esse infatti non solo hanno importati deficit nella bilancia commerciale, ma anche elevati deficit di bilancio; di conseguenza, sono legate in modo eccessivo all’importazioni di capitali. Una situazione che abitualmente non rappresenta un problema significativo durante i periodi positivi, ma che può evidenziare grandi debolezza in caso di shock finanziari o geopolitici. In questa situazione neanche un valore basso dell’indebitamento pubblico è rassicurante, visto che senza apporto dei capitali stranieri esso diventa comunque difficilmente sostenibile. Questa situazione è pagata al momento dalla Turchia, dove si sconta pure una tensione politica che dura ormai da svariato tempo.

CDS SOVRANI – I credit default swap sovrani, i Cds sovrani, sono dei contratti derivati di tipo swap, negoziati nei mercati OTC (“over-the-counter”), ovvero al di fuori delle regole valide per le altre Borse, che hanno la funzione di permettere al compratore di coprirsi dal rischio di default di un determinato paese. Più cara è l’assicurazione, maggiore è il pericolo di bancarotta sovrana secondo gli investitori. Come rimarca Die Welt, con il prezzo dei Cds si può calcolare quanto sia probabile l’interruzione dei pagamenti di un paese in un determinato lasso temporale. Secondo il quotidiano tedesco la prospettiva offerta da questi derivati offre un quadro più realistico rispetto al giudizio delle agenzie di rating. Il metodo di classificazione, da AAA fino a C, esprime in fondo la probabilità di ripagare il proprio debito. La B infatti indica che le chance di default si situano a circa un terzo di possibilità, mentre la CCC non lascia praticamente speranza, come è ora il caso dell’Ucraina per le agenzie di rating. La tripla A invece garantisce dell’assoluta affidabilità del paese, ed al momento così sono classificati solo otto paesi al mondo: Canada, Danimarca, Finlandia, Svezia, Germania, Norvegia, Singapore, Svizzera e Lussemburgo.

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