Jobs Act: arriva il sussidio di disoccupazione per i precari

«Subito il Jobs Act», aveva detto ieri Matteo Renzi commentando i dati sulla disoccupazione diffusi dall’Istat che vedeva sfondare il tasso più alto dal 1977. E oggi l’ex sindaco di Firenze accelera sul suo piano per il lavoro, che aveva presentato durante la campagna per le primarie 2013 e oggi diventa quanto mai attuale.

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JOBS ACT: IL SUSSIDIO DI DISOCCUPAZIONE – Su Repubblica di oggi si raccontano i dettagli del Jobs Act di Renzi, con particolare attenzione ai disoccupati:

Il cuore del Jobs Act di Renzi è già sul tavolo del ministro del Lavoro. E si chiama Naspi. Un sussidio di disoccupazione universale, destinato a tutti coloro che perdono il posto. Tutti. Compresi i meno protetti tra i precari: i collaboratori a progetto, oggi fuori da quasi tutti i sostegni. Il piano – elaborato dal politologo Stefano Sacchi e fatto proprio prima dalla segreteria del Pd, poi diventato base di discussione per il governo – costerà 1,6 miliardi in più di quanto oggi si spende per i sussidi, dunque 8,8 miliardi in tutto, meno di quanto sin qui prospettato. Ma assicurerà protezione anche a quel milione e 200 mila lavoratori, ora per diversi motivi totalmente senza rete, in caso di disoccupazione. E potrebbe essere finanziata con uno spostamento di risorse dalla Cig in deroga, che vale 2,5-3 miliardi annui

Come funzionerà la Naspi, erede dell’Aspi?

Ovvero Nuova Aspi, il sussidio introdotto dall’ex ministro Fornero, che sostituirà Aspi e mini-Aspi. Stravolgendole. La Naspi spetterà a tutti coloro che perdono il posto e hanno lavorato almeno tre mesi. Durerà più a lungo: al massimo due anni per i lavoratori dipendenti, anziché uno o uno e mezzo (come ora l’Aspi, per chi è sotto o sopra i 55 anni) e al massimo sei mesi per gli atipici, come i cocopro. L’entità del sussidio sarà per tutti al massimo di 1.100-1.200 euro mensili all’inizio del periodo di copertura e planerà verso i 700 euro alla fine, così come prevedono le regole Fornero in vigore (75% della retribuzione dell’ultimo periodo con i tetti citati, percentuale che scende del 15% ogni sei mesi). Dunque l’importo è lo stesso, ma la durata no. Più lunga quella della Naspi, sia rispetto all’Aspi che alla mini-Aspi. E pari alla metà del numero di settimane contributive negli ultimi quattro anni.

I PUNTI DEL JOB ACT DI MATTEO RENZI – Sul suo sito Matteo Renzi ha postao i punti essenziali di quello che sarà il suo Job Act che elenchiamo qui sotto.

Parte A – Il Sistema

  1. 1.  Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell’Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).
  2. 2.  Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.
  3. 3.  Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
  4. 4.  Azioni dell’agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
  5. 5.  Eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.
  6. 6.  Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.
  7. 7.  Burocrazia. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell’Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo.
  8. 8.  Adozione dell’obbligo di trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.

Parte B – I nuovi posti di lavoro
Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro.
a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo.
b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers)
c) ICT
d) Green Economy
e) Nuovo Welfare
f) Edilizia
g) Manifattura

Parte C – Le regole

  1. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero.
  2. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.

III. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.

IV. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.

V.  Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.

VI. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.

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