Lampadine a led, il futuro dell’ illuminazione

L’EVOLUZIONE TECNOLOGICA – Se invece si vuole spendere meno, è possibile trovare lampadine da 3,6 Watt di potenza, che sostituiscono quelle da 25, ad un prezzo di 9,99 euro. Fate ora il conto della corrente che risparmiate e delle lampadine ad incandescenza che evitate di comprare e capirete che, come promette Illumia, con un set di lampadine Led si possono risparmiare anche 100 euro l’anno di energia, con il risultato che l’investimento è già ammortizzato dopo neanche un anno. Ma Led non significa solo illuminazione. Anzi. Con il progresso e l’evoluzione della tecnologia, stanno nascendo nuove lampadine multifunzione che non si limitano solo ad illuminare ma forniscono anche dei messaggi. Letteralmente.

IL CONTROLLO CON I LED – Punto Informatico ci parla di una creazione targata Philips che ha studiato per i supermercati una serie di lampadine Led dotate di una trasmissione chiamata Visible Light Communication (Vlc) che permette di raggiungere i 500 Mbps con luci a Led che invia dati ad una speciale app che illustra ai clienti quelle che sono le offerte della giornata. I faretti, strategicamente posizionati, aiuterebbero gli utenti a trovare gli ingredienti di ricette o segnando la merce in offerta. La stessa tecnologia è in queste ore nell’occhio del ciclone negli Stati Uniti a causa del suo impiego all’aeroporto di Newark, nel New Jersey, in quanto studiata in ottica di videosorveglianza.

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IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA – Come spiega Webnews, sono 171 le lampade installate dal Port Authority di New York e del New Jersey all’interno del Terminal B dello scalo statunitense. Il progetto, in fase preliminare, verrà esportato negli altri terminal dello scalo ed in altri aeroporti degli Usa. L’impianto d’illuminazione sorveglia i passeggeri grazie ad una connessione ad internet integrata in ogni faretto. Ogni Led è infatti dotato di un indirizzo Ip, ciò significa che rappresenta un nodo di una rete wireless che può trasmettere dati in tempo reale, che a loro volta vengono raccolti da un software specifico. A questo punto sensori e videocamere inviano dati allo staff di sicurezza del terminal che così potranno rendersi conto in diretta di eventuali attività sospette.

IL PROGETTI DI COPENHAGEN – E per quanto riguarda la privacy, la Port Authority ha già fatto sapere che ogni dato verrà conservato da loro e che la polizia potrà ottenerli solo dietro il mandato di un giudice. Ed ecco che il led, oltre ad illuminare, ha facilitato la vita delle forze dell’ordine visto la sua capacità di raccogliere ed analizzare numerosi dati sui cittadini ad un prezzo inferiore a quello dei sistemi di sorveglianza tradizionali. Essendo questi dei dispositivi elettronici, possono essere collegati ad una rete wireless con l’aggiunta di un circuito ed un collegamento ad un sensore. Com’è stato fatto ad esempio a Copenhagen, capitale della Danimarca, che userà 20.000 lampioni a Led per monitorare il traffico, misurare l’inquinamento e visualizzare informazioni attraverso segnali digitali.

I SEQUESTRI NEGLI STADI – Per fare questo, però, le lampade devono rispettare dei precisi parametri di sicurezza. Cosa che a volte non avviene e che vede necessario il coinvolgimento delle forze dell’ordine. Il Giorno ci parla del sequestro, da parte della Guardia di Finanza, di pannelli pubblicitari a Led realizzati da alcune società bresciane con componenti provenienti dalla Cina non conformi alla direttiva europea E.M.C. che definisce limiti e criteri della compatibilità elettromagnetica. I pannelli pubblicitari, presenti nei 38 impianti di Serie A e serie B, non potevano essere commercializzati perché privi della dichiarazione d’idoneità. E questo riporta alla mente un pericolo spesso sottaciuto legato alla diffusione delle lampade a tecnologia Led.

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I PERICOLI PER LA SALUTE – Ovvero quello legato ai potenziali effetti sulla salute. Come spiega l’Ufficio federale delle comunicazioni svizzero, nel 2011 su 166 lampade Led controllate in Europa, 64 si sono rivelate una potenziale forma d’interferenza per i servizi di radiocomunicazione in quanto non erano conformi alle norme relative alla radiazione parassita. Ed ancora peggio è andata per quanto riguarda la valutazione dei prodotti conformi sia a livello tecnico sia a livello amministrativo, relativamente alla dichiarazione di conformità. In questo caso sono stati solo 29 i prodotti ritenuti conformi. Inoltre le analisi del 2011 hanno rilevato che la direttiva sui criteri della compatibilità elettromagnetica, la 2004/108/CE, non riesce a determinare in maniera chiara le regole relative alle lampadine Led a basso consumo energetico.

LE NUOVE NORME EUROPEE – Le norme non riescono a definire con chiarezza quali sono le onde elettromagnetiche che questi prodotti possono rinviare alla rete elettrica inquinando la stessa. Segno che serve un controllo capillare ed efficace su questi prodotti ormai diventati di uso comune per evitare che possano rivelarsi un pericolo per la salute. Nello specifico, per quanto riguarda i Led il pericolo viene dato dalla superficie illuminata molto più piccola del normale, dall’intensità della luce e dalla presenza di pericoli infiammatori legati al colore blu. Per questo motivo viene sconsigliato l’uso prolungato in ambienti chiusi anche per via del rischio abbagliamento, anche se molto si sta facendo, anche in Europa, grazie alla normativa EN 62471 ripresa da Progettazione Ottica, in cui vengono definiti i danni derivanti dalla prolungata esposizione ad una radiazione luminosa. E finché il prodotto è conforme ed autorizzato, non ci sono problemi. Così come non ce ne sono nell’illuminazione domestica, a patto di non usare la luce blu.

 

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