Stupri maschili: l’arma silenziosa

04/08/2011 di Igor Jan Occelli

La violenza sessuale contro gli uomini è sempre più diffusa in tempo di guerra

In prigione come in guerra sono sempre di più gli uomini sottoposti ad abusi sessuali. Un fenomeno del tutto sottaciuto che provoca danni irreparabili nelle vittime. Costrette, nella maggioranza dei casi, al silenzio più totale per non essere emarginate.

ARMA DI GUERRA – Lo stupro contro gli uomini è diventato uno strumento di guerriglia come un altro. Come spiega il Global Spin, nei conflitti africani questa sta diventando una vera e propria piaga. Di cui nessuno sa, perché nessuno ha il coraggio di parlarne. Le poche segnalazioni che giungono dall’Africa raccontano di uomini sottoposti agli stessi abusi comunemente utilizzati contro le donne. Will Storr, giornalista dell’Observer, ha raccontato le storie di alcuni uomini violentati durante il conflitto in Congo: stuprati tre volte al giorno, tutti i giorni per tre anni. Un dramma di cui si portano silenziosamente i segni addosso.

Il problema, infatti, non è solo quello della violenza fisica. Ma è anche il dopo. In moltissimo paesi africani, basta il sospetto di essere gay per essere emarginati. Nel suo reportage, Storr racconta la storia di Jean Paul: un ragazzo che nonostante le cure in ospedale, continua a sanguinare quando cammina a causa delle violenze a cui è stato sottoposto. Jean Paul non riesce a raccontare nemmeno al fratello quello che gli è successo: «Ho paura che non mi confiderebbe più un uomo» ha spiegato al reporter.

UN FENOMENO ESTESO – Grazie al lavoro che conduce Lara Stemple dell’Ucla, la piaga della violenza sugli uomini sta iniziando ad emergere. Certo, non è vasta come quella a cui sono sottoposte le donne, ma non è meno rilevante. Casi documentati sono avvenuti in Cile, Grecia, Iran, Repubblica democratica del Congo e altri luoghi del mondo. Il 21 percento dei maschi Tamil dello Sri Lanka, curati in un centro londinese, ha raccontato di aver subito abusi sessuali durante la guerra. Mentre uno studio sul conflitto balcanico, ha parlato di circa 4.800 uomini stuprati durante il loro internamento in un campo di prigionia.

LA GUERRA – La guerra non è il solo scenario in cui tali fatti si svolgono. La violenza maschile è usata anche nelle prigioni per sottomettere i nuovi arrivati. Un detenuto su cinque negli Stati Uniti ha dichiarato di avere ricevuto pressioni o essere stato costretto ad avere rapporti sessuali con altri detenuti. Nel Sud Africa lo stupro all’interno delle carceri è utilizzato per mantenere una rigida gerarchia. Chi finisce per essere dominato porterà per sempre con sé la stigmate dell’omosessualità.

LA FORZA DI PARLARNE – In Africa in 38 nazioni su 53 essere gay è considerato un reato. A ciò si aggiunge l’emarginazione a cui questi uomini vengono sottoposti nel caso siano sospettati di esserlo. Nessuna famiglia vorrebbe avere al suo interno un uomo che tale non è. Storr ha sottolineato l’importanza di aiutare queste persone. Aiuto che dovrebbe venire in primo grado dalle organizzazioni internazionali, molto spesso anch’esse ignare del fenomeno: su oltre 4 mila organizzazioni che hanno analizzato lo stupro in guerra, solo il 3 percento di esse ha parlato degli uomini come vittime. Una spirale del silenzio da cui si deve uscire al più presto.

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