Gianni Chiodi e la ragazza portata in hotel con i tuoi soldi

Soltanto una «debolezza» personale, per la quale ha spiegato di aver chiesto il perdono a moglie e figlie. Ma «nessun favoritismo» nei confronti della ragazza che aveva soggiornato con lui nell’Albergo del Sole, nella notte del 15 marzo 2011. Così ha cercato di difendersi il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi (eletto con il Pdl), dopo che il Fatto Quotidiano aveva riportato come la giovane ospitata dal governatore – con i soldi dei contribuenti, secondo l’accusa della Procura – avrebbe poi ottenuto, attraverso la giunta regionale, un importante incarico pubblico, battendo la concorrenza di altre 22 candidate. Dovrà adesso fornire spiegazioni anche di fronte ai pm Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio, accusato, insieme ad altri 24 tra consiglieri ed assessori, di truffa, peculato e falso nell’ambito dell’indagine sui rimborsi spese della regione Abruzzo.

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Photocredit: Wikipedia – La sede della Regione Abruzzo

GIANNI CHIODI, LA RAGAZZA IN HOTEL E L’INCARICO – «Dorme con Chiodi e ottiene l’incarico», aveva titolato ieri il Fatto, precisando come il caso fosse partito durante l’indagine sulle missioni istituzionali della giunta regionale. Attraverso l’analisi dei rimborsi e delle ricevute del governatore, gli inquirenti avevano scoperto come la notte del 15 marzo 2011 Chiodi avesse soggiornato all’albergo Del Sole, a Roma. Pagò 340 euro in contanti, chiedendo poi un rimborso di 357 euro. Peccato che, quando gli investigatori hanno controllato il registro degli ospiti dell’albergo, hanno scoperto come, nella «camera 114», Chiodi non avesse dormito da solo. Con lui c’era una donna, ma il governatore l’ha omesso di dichiarare: un punto sul quale dovrà ora fare chiarezza ai pm. In pratica, per l’accusa il soggiorno della donna fu pagato con i soldi dei contribuenti. Ma non solo: perché, tre mesi dopo dalla notte passata con il presidente, la donna otterrà anche un incarico pubblico con designazione del ministero. A ricostruire la storia era stato il quotidiano diretto da Antonio Padellaro:

«La nomina avviene a luglio, su indicazione della giunta regionale guidata da Chiodi. Non si tratta di un incarico privato: è una selezione con bando pubblico. Il bando pubblico viene pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione, che lo approva il 20 dicembre 2010, e la signora della stanza 114 presenta la propria candidatura. La macchina burocratica si mette in moto e il 9 marzo 2011 la Regione costituisce “il gruppo di lavoro per l’istruttoria delle istanze presentate”. Sei giorni dopo – stando agli atti d’indagine – la signora dorme con Chiodi nell’albergo Del Sole di Roma dove, come sappiamo, viene registrata. Ma il governatore, al momento del rimborso, omette di comunicare alla Regione di aver condiviso la camera con la signora in questione. Nel frattempo, per l’incarico pubblico previsto dal bando, sono giunte ben 22 candidature. E il “gruppo di lavoro” istituito dalla Regione provvede all’istruttoria: solo 12 candidati – si legge nei documenti regionali – sono in “possesso dei requisiti”. La signora della stanza 114 è tra loro. Ma è necessaria un’ulteriore “scrematura” poiché i posti a disposizione sono soltanto due. La commissione regionale, il 6 aprile, decide di “rimettere” alla giunta il compito di individuare i designati: tra loro c’è proprio la donna che, pochi giorni prima, ha dormito nella stessa stanza con il governatore»

Chiodi non è stato l’unico eletto della regione Abruzzo accusato di aver pagato con soldi pubblici il pernottamento di una donna: sempre il Fatto, alcuni giorni prima, aveva svelato come anche l’assessore Nazario Pagano (Forza Italia), presidente del Consiglio regionale, avesse ospitato ben quattro donne, tra i 35 e 45 anni. Ma non solo: una di queste, svelò il quotidiano, entrò anche in affari con la Regione, come dimostra una fattura analizzata dagli inquirenti, per un importo di 943 euro. E come dimenticare le accuse che pesano sull’assessore abruzzese Luigi De Fanis, ricorda il Corriere della Sera, «talmente obnubilato dal sesso che arrivò a contrattualizzare la sua segretaria, chiedendole per iscritto di onorare quattro volte al mese il patto del talamo dietro lauto compenso»

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LA DIFESA DI GIANNI CHIODI: «PRESTO SI VOTA E VOGLIONO FARMI FUORI»– Sul Corriere della Sera Gianni Chiodi ha ammesso di aver passato la notte con la giovane all’Albergo del Sole, definendola una «debolezza» e spiegando di auspicare di ricevere il perdono dei familiari. Ha però allontanato le altre accuse, compresa quella di aver favorito la giovane che ha poi ottenuto l’incarico pubblico:

«Ho fatto un errore, lo ripeto, una cosa che è finita lì, ma ora provo pure una grande amarezza — si sfoga finalmente Gianni Chiodi —. Perché qui mi si vuol far passare per uno che ha fatto la cresta alle spese, che ha chiesto rimborsi che non gli spettavano e che si è approfittato in tutti i modi del suo ruolo pubblico, del suo potere. Ebbene, io qui lo posso dire, senza tema di smentite, che quello di cui si parla non era un concorso pubblico e che quella persona, che oggi prende 200 euro al mese per il suo incarico, 200 euro ho detto, io non l’ho mai favorita. Il suo curriculum, piuttosto, fu valutato da una commissione regionale di cui facevano parte pure i sindacati, dico la Cgil, capito?, cioè voi immaginate che io possa andare dalla Cgil a chiedere di favorire una persona…»

Ha cercato di difendere anche la giovane: «Nemmeno lei mi ha mai chiesto nulla», ha continuato Chiodi. Non senza azzardare complotti contro di lui:  «Io lo so, perché il 25 maggio in Abruzzo si vota ed è chiaro che qualcuno mi vuole far fuori», ha spiegato. E sull’accusa di aver omesso di dichiarare di aver dormito con una donna all’Albergo del Sole, in occasione della richiesta di rimborso, ha spiegato di aver pagato lui stesso in contanti (340 euro) e di aver presentato al suo ufficio indicazioni chiare: «Nel foglietto si indicava che la camera era stata occupata da due persone, perciò non so se la cosa sia sfuggita all’ufficio regionale o alla Ragioneria, stiamo ricostruendo, toccava a loro decurtare dal rimborso la spesa sostenuta per l’ospite», ha concluso Chiodi, in attesa di essere sentito dai pm, il prossimo 4 febbraio.

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