I guardiani dei missili nucleari che si facevano le canne

Il morale è basso, hanno poco da fare e in genere stanno in località remote ed isolate. Gli Stati Uniti scoprono così che il loro dispositivo nucleare è in mano a personale demotivato, che spesso infrange le regole.

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L’ULTIMO SCANDALO – Le ultime notizie parlano di 34 ufficiali sospesi dal servizio per aver copiato nei periodici test che registrano la preparazione e la conoscenza delle procedure di sicurezza. Li hanno scoperti al traino di un’altra indagine, che ha portato alla sospensione di altri 10 militari colpevoli di consumare droga. Tradotto nello specifico: fumare marijuana.

UNA QUESTIONE DI SICUREZZA – Il problema di chi imbroglia ai test assume in questo caso una valenza che va oltre la disonestà del singolo, perché se i test diventano permeabili al personale impreparato questo significa poi affidare a questi elementi l’arsenale nucleare. A peggiorare le cose poche settimane fa è stato rimosso anche un generale che aveva la responsabilità di tre delle numerose basi nucleari statunitensi, perché durante un viaggio in Russia si era ubriacato, aveva discusso in maniera poco urbana con le controparti russe e, dulcis in fundo, si era accompagnato con una russa da lui stesso definita «sospetta».

IL MORALE È BASSO – Gli esperti riconoscono che c’è un problema nel morale, sia perché i militari impegnati in questo servizio sono scarsamente considerati ed esclusi dalla progressione in carriera, sia perché il servizio si svolgono in aree isolate e per settimane gli uomini hanno come occupazione principale quella d’ingannare il tempo. Problemi che invece non riguardano gli equipaggi dei sottomarini, tutti volontari e decisamente più impegnati, ma che affliggono oltre alle basi di lancio terrestri anche il sistema della logistica. Nel 2007 sei missili da crociera armati di testata nucleare sono stati caricati per errore in una base in North Dakota e sono finiti in Lousiana e si sono accorti dell’errore dopo quai due. Nel 2008 invece sono state spedite per errore parti di missili intercontinentali, errore costato la testa al Segretario dell’Air Force e al suo capo di stato maggiore.

 

 

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