Sansonetti fulminato sulla via di Arcore

Nel suo editoriale su Calabria Ora, afferma che le Toghe sono “un potere fuori controllo” e che solo il buon Silvio denuncia il fenomeno

Che anche Piero Sansonetti stia per essere folgorato sulla via di Arcore? Come tanti ex comunisti ed ex socialisti? Stando all’editoriale su Calabria Ora, giornale a diffusione regionale di cui è direttore, più di un dubbio viene. La sua arringa contro la Magistratura è degna dei migliori Cicchitto, Bondi o Ferrara. Riportiamo di seguito alcuni passaggi del suo editoriale.

MAGISTRATURA, POTERE SENZA CONTROLLO – Riferendosi a quanto sta succedendo in Calabria tra il procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone e il dottor Alberto Cisterna, numero due dell’antimafia nazionale, ha iniziato il suo editoriale così

La magistratura ormai è diventata un potere fuori controllo. Rischia di fare dei danni gravi, di far saltare gli equilibri fondamentali che regolano il funzionamento della nostra società, e di devastare lo stato di diritto. Purtroppo, al momento, il mondo politico sembra cieco di fronte al pericolo. C’è solo Silvio Berlusconi che lo denuncia, ma è poco credibile perché, tra le tante vittime dello strapotere dei giudici, lui certamente è la meno innocente. I suoi nemici invece sono convinti, ahinoi, di poter trarre profitto dallo scontro tra Berlusconi e il potere giudiziario, e quindi se ne infischiano, anzi alimentano la corsa dei giudici all’onnipotenza. è così: l’Italia è nelle mani di una classe dirigente e di un ceto politico molto poco responsabili, non all’altezza dei propri compiti. La guerra tra magistrati che si è aperta in Calabria, e che ieri ha visto il procuratore di Reggio, Giuseppe Pignatone, azzannare il dottor Alberto Cisterna, numero due dell’antimafia nazionale, è uno degli esempi più limpidi, e preoccupanti, di questo impazzimento del potere giudiziario. Pignatone ha deciso di iscrivere Cisterna sul libro degli indagati  (e la notizia – chissà per quali misteriose vie! – è stata fornita al “Corriere della Sera”) sulla base della testimonianza di un pentito che nessuno, in Calabria, ritiene neppur minimamente attendibile. Mentre è opinione comune che la moralità del dottor Cisterna sia fuori discussione.

LA SUA RICETTA – Dopo aver spiegato cosa sta succedendo in Calabria (che potete leggere sul suo editoriale su Calabria Ora) passa alle soluzioni.

Primo, occorre riformare la legge sui pentiti, profondamente, in modo da ridurre al minimo la possibilità dei pentiti di essere decisivi nell’orientamento delle indagini e nelle loro conclusioni, e ridimensionando consistentemente il regime premiale. I pentiti non devono essere, come sono adesso, i padroni della Giustizia. Secondo, bisogna intervenire per spezzare il cerchio di “complicità” tra magistratura e stampa, e cioè la tendenza di pezzi importanti di magistratura ad usare la stampa come un proprio strumento “punitivo” o “ricattatorio”. è molto difficile che la stampa possa sottrarsi a questa sua subalternità da sola, perché è difficile rinunciare alle notizie e agli scoop. E allora deve intervenire la legge. Terzo, si deve procedere a una riforma della giustizia che restituisca alla magistratura il suo ruolo essenziale nel funzionamento di una società democratica e le impedisca di compiere continuamente irruzione in ambiti di potere che non sono suoi e di usare le proprie competenze al fine di vincere battaglie politiche e di potere. Separazione delle carriere, riforma del Csm, riforma delle intercettazioni, eccetera. Non c’è molto tempo da perdere. L’idea che riformare la magistratura sia un atto che va nella direzione dell’aiuto alla malavita è follia. è il contrario. Non è possibile combattere davvero la malavita con la magistratura ridotta come oggi è ridotta. Se la stessa lotta alla mafia diventa uno strumento per altre battaglie politiche, statene certi, la mafia vincerà sempre.

LA SUA CARRIERA – In quasi 40 anni di carriera, Sansonetti è stato protagonista di vari passaggi. Ha cominciato a lavorare a l’Unità nel 1975, prima come cronista, poi come notista politico e caporedattore. Dal 1990 al 1994 è stato vicedirettore e condirettore dello stesso giornale. Poi si è trasferito per un paio d’anni negli Stati Uniti, tornando in Italia per ricoprire nuovamente la carica di condirettore. Dal 1998 è inviato e commentatore, e si occupa soprattutto di politica italiana e di esteri. Dal 1º ottobre 2004 al 11 gennaio 2009 è direttore di Liberazione, su volontà della dirigenza Bertinotti-Vendola. Sansonetti non è tuttavia iscritto al PRC. Il 12 gennaio 2009 – a fronte di un buco di oltre tre milioni e mezzo di euro – è stato rimosso dalla carica di direttore del quotidiano, e a partire dal febbraio 2009 ha iniziato una collaborazione per il quotidiano Il Riformista. Dal 24 luglio 2010 è direttore del quotidiano d’informazione regionale Calabria Ora, con una tiratura da 30-40mila copie. Che dite, riuscirà a durare qualche anno in questa carica, o finirà per litigare anche con gli editori di questa piccola realtà calabrese? Per poi magari rivedercelo su Il Giornale, Mediaset, o magari in Parlamento. Immaginate voi tra quali file…Giusto criticare i Magistrati che non svolgono il proprio lavoro come dovrebbero, ma è intollerabile la strategia mediatica di sparare su un’intera categoria per criticare qualche “mela marcia”. Specie in una terra come la Calabria, nella quale i Pm svolgono il proprio lavoro tra mille pericoli e difficoltà.

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