Daniele Fulli: Andrea Troisio confessa l’omicidio del ragazzo gay alla Magliana

09/01/2014 di Redazione

La morte di Daniele Fulli forse sta per trovare una motivazione. La svolta nelle indagini è rappresentata dal fermo di una persona da parte della La Squadra Mobile di Roma. Il corpo del 28enne romano era stato trovato martedì scorso alla Magliana, vicino casa, sulle sponde del Tevere. Secondo quanto si è appreso il fermato, responsabile della morte di Fulli, si trova ora negli uffici della Squadra Mobile in attesa di essere interrogato. Si tratta di Andrea Troisio che avrebbe avuto un legame (fatto di incontri occasionali) con la vittima.

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COME È MORTO DANIELE FULLI –  Dalle prime indagini è risultato che i due fori – uno all’inguine e l’altro alla nuca – individuati sul corpo di Daniele Fulli, trovato cadavere all’altezza del viadotto della Magliana, potrebbero essere stati inferti da un punteruolo e non da una pistola, come si era ipotizzato nelle prime ore dopo il ritrovamento. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Maria Caterina Sgrò, che procedono per omicidio volontario, ritengono che Fulli sia stato ucciso altrove e poi abbandonato nel canneto. Soltanto successivi esami e verifiche, tuttavia renderanno il dato certo.

DANIELE FULLI E SIMONE D. – E al centro delle attenzioni dei magistrati che si stanno occupando del caso c’è anche un altro particolare importante: Daniele, che era gay, conosceva Simone D., il giovanissimo omosessuale che alla fine di ottobre scorso si tolse la vita gettandosi dal terrazzo del complesso residenziale dell’ex pastificio della Pantanella, vicino alla basilica di Santa Croce. In queste ore gli investigatori della polizia, diretti da Filiberto Mastrapasqua, stanno sentendo i familiari e gli amici di Fulli.

Edit: E’ un 32enne, Andrea Troisio, l’uomo fermato per l’omicidio di Daniele Fulli, il 28enne ucciso e ritrovato lunedì 7 gennaio sotto il cavalcavia della Magliana. Ha confessato il delitto. La svolta, spiega la polizia, è stata possibile grazie alle testimonianze di parenti e amici, e ai tabulati del telefono cellulare della vittima.

IL MOVENTE DI ANDREA – Daniele Fulli cercava un rapporto più stabile e questo sarebbe il movente del suo omicidio. È quanto emerge secondo gli investigatori della Squadra mobile di Roma diretti da Renato Cortese, e del Commissariato San Paolo che la scorsa notte ha fermato per omicidio Andrea Troisio, un tossicodipendente che viveva in una comunità di recupero nel quartiere della Magliana. I due si frequentavano da poco tempo e avevano avuto alcuni rapporti. Il legame più stabile che pretendeva la vittima era però respinto da Troisio che, invece, come hanno riferito gli investigatori, cercava solo rapporti occasionali.

QUELLA MALEDETTA SERA – La sera del 4 gennaio, i due hanno raggiunto a piedi il greto del Tevere, all’altezza di via della Pescaglia, dove hanno consumato un rapporto sessuale. Forse c’è stato un ennesimo litigio e Troisio ha reagito con violenza colpendo la vittima con un punteruolo al collo e all’inguine. Il corpo di Daniele Fulli è stato trovato solo due giorni fa dopo che i familiari ne avevano denunciato la scomparsa. Nel corso dell’interrogatorio, Troisio ha ammesso le proprie responsabilità e il fermo dovrà ora essere convalidato nelle prossime ore dal gip. Per arrivare a lui gli inquirenti si sono avvalsi anche dell’analisi dei tabulati telefonici che hanno confermato i contatti che i due hanno avuto negli ultimi giorni. Altri testimoni hanno, inoltre, riferito che si frequentavano da poco tempo e che certamente si erano visti la sera del 4 gennaio.

SODDISFATTI DELL’ARRESTO – «Siamo soddisfatti dell’ottima attenzione che gli investigatori hanno avuto per questo caso e chiederemo maggiore chiarezza sulla dinamica. Inoltre stiamo valutando se ci sono gli estremi per costituirci parte civile nell’eventuale processo anche perché Daniele era un nostro socio» ha ribadito Fabrizio Marrazzo del Gay Center commentando la notizia del fermo del responsabile dell’omicidio di Daniele Fulli, il parrucchiere di 28 anni trovato cadavere sul greto del fiume Tevere.

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