Beppe Grillo spiega perché il MoVimento 5 Stelle non si presenta in Sardegna

07/01/2014 di Maghdi Abo Abia

Beppe Grillo entra in campo e spiega dal suo blog per quale motivo il Movimento Cinque Stelle non si presenterà alle elezioni regionali in Sardegna, mettendo fine una volta per tutte, forse, a settimane di speculazioni e sfide intestine all’interno del gruppo isolano pentastellato.

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«NON È OBBLIGATORIO PARTECIPARE ALLE ELEZIONI» – La spiegazione è lineare e semplice. In sostanza è tutta colpa del mancato accordo tra le liste presentate, disaccordo rimasto in essere nonostante i tentativi di arrivare ad una mediazione, che tanto non è obbligatorio partecipare alle Regionali. Tuttavia il caso sardo non sarà un precedente e per il futuro è già pronto un altro provvedimento che eviterà nuovi casi simili:

Il M5S non si presenterà alle prossime elezioni regionali che sono state anticipate in Sardegna. Le liste presentate erano in profondo disaccordo tra loro e questa situazione perdurava da mesi nonostante i numerosi tentativi proposti di trovare una composizione. Il M5S non è a caccia di poltrone e la partecipazione a una competizione regionale non è obbligatoria. In futuro, in casi simili, si adotterà la votazione di tutti gli iscritti nella Regione ai singoli candidati e la lista sarà composta per ordine di voto.

 

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IL CASO – In mattinata avevamo esposto la posizione del deputato pentastellato Emanuela Corda che su Facebook aveva spiegato quanto fosse successo sull’isola:

Vedo ancora troppo livore, troppa incoscienza, troppo protagonismo nell’esternare ai quattro venti, un malessere che è figlio primariamente delle nostre stesse debolezze e delle nostre fragilità. Malessere che meriterebbe un approfondimento e un’elaborazione, prima d’essere consegnato in pasto ai lupi con sconsiderata leggerezza, come tanti hanno fatto in questi mesi sugli spazi pubblici dei social.

E poi:

Temo che alcuni abbiano scambiato il Movimento per uno sfogatoio dove poter fare il proprio comodo, senza curarsi del fatto che in certi contesti, occorra rispettare delle elementari regole di buona educazione. Questo non è tollerabile in alcun contesto e nulla giustifica reazioni scomposte o prevaricazione gratuita. Con queste mie parole, non voglio fare la morale a nessuno, ma semplicemente dire a tutti voi, che ‘uno vale uno’ non significa che chiunque possa irrompere in un’assemblea e metterla a soqquadro. Non significa che ‘uno vale l’altro’ e che chi urla di più ha infine ragione.

Ma questo sarà l’unico caso. D’ora in poi, in caso di differenze all’interno dello stesso gruppo, si comporrà la lista in ordine di voto da parte degli iscritti che sceglieranno i singoli candidati.

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