Beppe Grillo ancora su Vendola: “Gli ho detto busone ma non me ne pento”

Il comico rilascia una più unica che rara intervista al Corriere della Sera. E sul governatore della Puglia spiega…

Un’occasione più unica che rara, quella di Fabrizio Roncone del Corriere della Sera: è riuscito a farsi una chiacchierata con Beppe Grillo. Addirittura su un punto scottante: quell’ “Al salut, busòn” con cui ha chiuso una manifestazione del MoVimento 5 Stelle a Bologna. Una battuta che non ritiene offensiva, perché “è soltanto un modo di dire”:

Vorrei solo farle qualche domanda.

«Domande? Voi giornalisti fate domande? Ah ah ah!…».
Io ci provo, signor Grillo. Perché, l’altro giorno, a Bologna, ha insultato Vendola, dicendo: «At salut, buson »?
«Siete piccini, voi giornalisti, sciocchi, gretti… Ho usato il termine busone, come a Roma direi “mortacci tua”. Uso il dialetto locale. E poi io Vendola lo demolisco con i fatti, con la politica, non con gli insulti. Tutta la sinistra la demolisco così…».
Ecco, la sinistra. Sembra che lei si sia concentrato proprio…
«Concentrato su quel gruppo di vecchi bolliti che sono d’accordo su tutto il peggio, dal cementare le nostre coste alla Tav? Guardi, le do una notizia che la lascerà senza parole: la sinistra italiana non c’è più, pffs! è sparita, s’è sciolta. Siamo noi, invece, ad avere un programma nuovo, con candidati giovani, puliti e vincenti! ».
A Milano c’è questo suo candidato grillino appena ventenne che dicono valga il 5% e che quindi può diventare l’ago della bilancia.
«Appena ventenne, sì: e allora? È onesto, intelligente… Certo, ha una notevole inesperienza con la ’ndrangheta, non ci ha mai fatto affari… è questo il problema? Eh? Me lo dica? È questo che vi mette ansia? Mi fate pena, mi fate… E non è che lui sia l’ago della bilancia, è che siete voi ad avere le vostre testoline piene di aghi… e ora la saluto, ma prima di salutarla, voglio dirle che lei, signor giornalista, non mi ha fatto una buona impressione, proprio no…».
Clic.

Mortacci tua a Roma vuol dire una cosa, busone a Bologna un’altra. Ma si sa, è dialetto locale. Cosa volete che sia, in fondo?

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