Un piacere chiamato Trans

08/04/2011 di Dario Ferri

Nel sesso a pagamento chi offre il proprio corpo da donna e il proprio organo sessuale maschile ottiene sempre più clienti

Da molto tempo le strade delle nostre periferie sono occupate da persone che vendono il proprio corpo per decine o centinaia di euro. Prostitute femmine, ma anche tante transessuali. Il quotidiano svizzero Le Matin svela chi sono le trans che si vendono sulle vie dellaRomandia e la natura dei loro clienti, tra i quali ci sono persone che hanno trasformato la loro vita per il piacere di fare sesso con le transessuali.

IL PECCATO MORTALE – Ogni notte nel freddo losannese si scorgono gambe al vento, seni e glutei in esposizione agli sguardi dei passanti. Gli uomini, spesso al volante di macchine familiari, ci passano davanti prima di ripassare e andare più lontano. E’ un normale venerdì sera a Sébeillon. Si può trovare piacere, concupiscenza, disperazione e talvolta vergogna. La vergogna si trova per lo più nella zona dei Dock. Alcuni dei guidatori fanno finta di andarci per azzardo. Questa zona è chiamata da Catarina, una prostituta, la strada del peccato mortale. E’ dedicata alle transessuali, che come Catarina, hanno un corpo da donna e un sesso maschile. Questa sera sono solo due. Catarina spiega, mimando un rapporto orale, che i suoi clienti cercano qui quello che non trovano a casa, e rimarca come rimanga sempre offesa quando le parlano come a un uomo. Paula, l’altra trans nella via del peccato mortale sorridendo dice come “gli uomini vengono soprattutto per prenderlo”. Questa trans di 34 anni si prostituisce da quando ha 14 anni. Come il 90% delle sue colleghe attive in Svizzera romanda è brasiliana. Grazie alla sua minigonna, alla sua biancheria ultra sexy, al suo seno siliconato e al suo pene, lei riesce ad aiutare cinque fratelli e sei sorelle rimaste al suo Paese. Là, a Brasilia, lavorerà dentro un salone come parrucchiera, quando deciderà di tornare. Ma ci son ancora qualche centinaio di passanti da far godere per cento franchi tra lei e questa nuova vita. Forse anche più di qualche centinaia, perché da un po’ di tempo la prostituzione è meno redditizia, come spiega Anne Ansermet, direttrice dell’associazione Fiori del Pavè, dedita all’assistenza delle professioniste del sesso.

LE TRANS REGINE DEL POSTRIBOLO – Secondo gli ispettori della polizia di Losanna, che sono pressoché tutte le sera lungo la strada, il numero delle transessuali è in diminuzione. Quantomeno nella strade della capitale del Canton Vaud, dove se ne contano tra le tre e le dieci per sera. Alcune sono meno visibili perché si nascondono al caldo nei postriboli, spesso a fianco delle prostitute classiche. “Dentro i bordelli di solito c’è solamente una transessuale, che si amministra da sola”, spiega Gille, fondatore del sito di prostituzione Sex4u.ch. “Se un cliente crea problemi, la trans va fuori e consuma all’esterno del locale la prestazione”. E’ sempre la transessuale che apre la porta, perché chi viene per lei è un cliente molto meno imbarazzato e difficile. “Sono spesso le trans a fare i migliori affari in un postribolo”. Come legge del contrappasso, sono però costrette a passare da un salone erotico all’altro perché la clientela è più ristretta. “Per tenere il ritmo, prendono spesso il Viagra o il Cialis. E’ proprio uno sport”.
CHI SONO I CLIENTI – Tramite la prostituzione una minoranza delle transessuali cerca i mezzi finanziari per permettersi l’operazione che cambierà loro il sesso. “Una volta diventata completamente donne, però, devono fermare la loro professione perché i clienti non le vogliono più”, spiega Paul, gestore del sito Trans-escor.ch. Ma l’80% delle trans sono contente del loro corpo diviso a metà. Che tipo di persone attraggono? “ I loro clienti sono soventi eterosessuali che hanno idealizzato eroticamente la figura di una madre potente. Cercano una relazione con una femmina che li possa dominare rassicurandoli sulla loro eterosessualità”, spiega il sessuologo losannese Mabrouk Mehrez. “Ci sono clienti che pagano tanto le belle prostitute quanto le trans”, conferma Paul, anch’ egli un grande apprezzato del sesso con loro. “C’è in loro il desiderio di provare tutto”, e secondo Paul ci sono sempre più uomini desiderosi di sperimentare questo tipo di sessualità. “ La domanda è in crescita, il tabù cade”. Se sarà così, Paula e Catarina potranno presto tornare al caldo del loro Brasile.

CARLA E IL SESSO DIFFERENTE – Carla, una sesta di reggiseno e 20 centimetri di sesso differente. Così recita la didascalia della foto di questa transessuale rumane che vive a Martigny, nel Vallese. Paga una cameretta 1500 franchi al mese, e prima di entrare sulla porta si possono conoscere le sue dimensioni. “Sono una donna differente, col pisello”, dice la trans rumena toccandosi il foulard che le nasconde il pomo d’Adamo. Le sue forme voluttuose e i suoi capelli biondi attirano da uno a dieci clienti al giorno. Hanno un’età tra i 18 e gli 80 anni e possono essere tanto operai quanto banchieri. Molti sono sudamericani. “Per loro, superare un tabù giudeocristiano aumenta l’eccitazione. Tutti sono eterosessuali. Un terzo di loro non mi tocca neanche. Un altro terzo si accontenta delle carezze, mentre l’altra parte vuole avere un’esperienza completa. Una volta, ho incrociato uno dei miei clienti abituali in un centro commerciale. Teneva per mano la figlia e la moglie”. Le chiamate sono continue, e Carla indica ad alcuni clienti di incontrarsi in un’altra camera che affitta in un paese poco lontano. “Martigny è un posto piccolo, non è molto discreto”. Per la trans rumena la prostituzione non è che un capitolo della sua vita, aperto solo due anni fa. “Prima ho lavorato nel mondo della notte, poi nella musica e nella vendita delle case. Lo faccio per soldi”. In ufficio setti giorni su setti, due mesi su tre, chiede per prestazione 150 franchi, sempre col preservativo. Carla non dice quanto guadagna, anche se rimarca come il suo introito superi quello di una cassiera al supermercato. Per prendersi questi soldi ha dovuto emigrare, perché nella sua natale Transilvania non avrebbe mai potuto prostituirsi.

VIVERE PER IL PIACERE DELLE TRANS – Paul è uno svizzero di 37 anni, sposato con figli. Fino ad un anno fa lavorava in banca. Ma la passione per i transessuali ha cambiato la sua vita. Lo stesso Paul si defnisce come un uomo che ama altri uomini che sembrano donne, a parte un dettaglio. L’ex bancario non nasconde la sua preferenza per le trans. Suo padre ne è a conoscenza, “anche se non fa certo i salti di gioia per questo”. Sua madre e i suoi figli no. Sua moglie l’ha saputo quattro anni fa. “Ho perso il suo rispetto. Non sono più l’uomo che voleva”. Ma la vita continua. Un’esistenza cambiata dalla visione di un film porno nel 1996. C’erano trans, e si era eccitato, incuriosito. “A differenza di tanti altri non sentivo alcuna colpa”. Fare sesso con loro diventa un’ossessione. Si concretizza qualche mese dopo, per 200 franchi svizzeri in un appartamento zurighese. Ma la prima trans piace poco a Paul. “Spesso si incontrano trans che sono muscolose, alte, molto possenti. A me piacciono quelle molto più femminili.” La seconda esperienza con un’asiatica è molto più soddisfacente, prima da attivo e poi da passivo. “Era un sogno, me ne sono quasi innamorato”. Nei cinque anni successivi va con una trans almeno una volta al mese. “Costava molto caro però, e trovarne di belle e attraenti era sempre più difficile”. Oggi il quasi quarantenne Paul si fa un viaggio ogni tanto in Asia, dove fa sesso con le trans o anche con le prostitute femmine. Il suo orientameno sessuale? “Sono solo me stesso”, dice citando molti studi psicologici sull’argomento. “Non credo nelle categorie alle quale siamo associati dalla società”. Il suo piacere è ora diventato il suo lavoro, perché gestisce il sito Trans-escort.ch, l’unica agenzia di trans in Svizzera romanda.

Share this article