La «mappa» degli ospedali migliori e peggiori in Italia

La Lombardia è la regione italiana che offre ai cittadini la migliore assistenza sanitaria. Ma anche nel Sud Italia non mancano alcune eccellenze. La conferma arriva dal progetto on line “Doveecomemicuro.it“, che, recensendo 1233 strutture su tutta la penisola, ha individuato gli ospedali dove sarebbe preferibile rivolgersi per farsi curare e ricevere assistenza di fronte a determinate patologie.

Dove e come curarsi Ospedali Italia

DOVE E COME CURARSI IN ITALIA – Così come spiegano gli autori del portale, “Dove e come mi curo” è un progetto realizzato e promosso da un gruppo di esperti e ricercatori che lavorano nel campo della sanità, che ha lo scopo di rendere più consapevoli i cittadini sulle prestazioni fornite dai servizi sanitari. Dalla recensione dell’oltre migliaio di ospedali e strutture è emerso come siano lombardi i tre ospedali che, a pari merito, vedono aggiudicarsi i primi posti nel medagliere delle migliori performance assistenziali. Sul “podio”, grazie alla qualità, ci sono gli Spedali Civili di Brescia, l’Ospedale di Magenta (Mi), il Centro Cardiologico Monzino di Milano. Ma anche un ospedale del Lazio, il S. Andrea di Roma. Il sito elenca e mostra le migliori strutture in base a determinati fattori: efficacia (ottenuta quando le prestazioni clinico-assistenziali offerte permettono il raggiungimento dei risultati attesi), sicurezza (quando una struttura sanitaria evita, previene gli eventi avversi o migliora i risultati che seguono ai processi assistenziali stessi), appropriatezza (quando le prestazioni rispondo ai bisogni clinici), competenza (grado di formazione, di abilità e di esperienza del personale). La fonte? Gli stessi dati del Programma Nazionale valutazione Esiti, gestito dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali per conto del Ministero della Salute. Oltre a quelli forniti da “Sportello Cancro” (Corriere della Sera con la collaborazione della fondazione Veronesi, ndr).

TUTTI I DATI – Per quanto riguarda i parti, l’ospedale più virtuso è il Sant’Anna di Torino, che cresce negli indici di qualità: vi sono nati ben 7913 bimbi nel 2012. Invece, il Vittorio Emanuele III a Carate Brianza, in Lombardia, è quello che effettua meno cesarei, con appena 4,68%, contro una media nazionale di 26,27%. Tutti numeri sono divisi in base alle diverse patologia. Per l’infarto del miocardio, l’ospedale migliore risulta, in base ai dati raccolti da doveecomemicuro.it, l’Azienda ospedaliera S. Maria degli Angeli, in Friuli Venezia Giulia. Il motivo? A 30 giorni dal ricovero, presenta soltanto l’1,68% di decessi, quando ma la media nazionale sfiora la doppia cifra (9,98%).

Photocredit: http://doveecomemicuro.it/
Infarto miocardio, decessi a 30 giorni dal ricovero – Photocredit: http://doveecomemicuro.it/

Per l’ictus, invece, in testa ci sono gli ospedali Riuniti di Bergamo con appena 3,28% di nuovi ricoveri a 30 giorni dal primo, contro una media nazionale di 10,29%. Seguito dal Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia (Molise), dallo stesso S.Andrea della Capitale e dall’Azienda ospedaliera di Sassari (Sardegna). Si spiega nel rapporto: «Più basso è il numero di pazienti ricoverati nuovamente in ospedale dopo 30 giorni dal primo ricovero più alta è la sicurezza del trattamento ricevuto nel primo ricovero».

Photocredit: Doveecomecurarsi.it -
Ictus e riammissioni ospedaliere a 30 giorni – Photocredit: Doveecomecurarsi.it –

 

Si trovano sempre in Lombardia i primi quattro ospedali con i valori più bassi per quanto riguarda la frattura del collo del femore deceduti entro 30 giorni dal ricovero. La miglior struttura? In questo caso l’Azienda ospedaliera S. Martino di Genova con lo 0,3% dei decessi a 30 giorni dall’intervento.

OBIETTIVO – La graduatoria non serve, come spiegano gli ideatori del portale, per promuovere o bocciare le strutture, ma soltanto per «far conoscere ai cittadini che realtà eccellenti – come ha spiegato il coordinatore del comitato scientifico del portale Walter Ricciardi – possono trovarsi anche vicino casa». Ma non solo: si ricorda anche come, dallo scorso ottobre, con la direttiva europea 2011/24/UE sull’assistenza transfrontaliera, ogni cittadino dell’Unione Europea può decidere liberamente di ricevere assistenza sanitaria in ciascuno dei 28 Paesi membri. Serve però conoscere dove potersi curare: «È chiaro che, per scegliere il luogo dove curarsi, un cittadino dovrebbe avere accesso ad informazioni chiare, rigorose e tempestive sulla qualità dei servizi offerti, sia ospedalieri (quelli che giustificano il sacrificio di spostarsi da casa propria per avere cure adeguate), sia ambulatoriali e domiciliari. Proprio per questo motivo la direttiva UE raccomandava ai Paesi membri di attivare strumenti, soprattutto su internet, per informare i propri cittadini». Ma se in altri Paesi questi portali sono presenti da anni, in Italia mancava un database informativo per aiutare le scelte dei cittadini in ambito sanitario. Un vuoto che “Doveecomemicuro.it” intendo adesso colmare, tra rigore scientifico e volontà di condividere le conoscenze.

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