Bunga bunga, spunta il video hard: atti sessuali per più di un minuto

La procura di Milano è un pozzo senza fondo di rivelazioni e materiale scottante: nuove immagini e addirittura un girato dalle feste del Papi di Arcore sono pronti ad inguaiare Silvio.

Una volta che è saltato il tappo, è difficile rimetterlo a posto. Dalla procura di Milano continuano ad affluire dati e materiale sulle feste notturne ospitate dal premier Silvio Berlusconi, quelle dei sotterranei di Arcore, delle Papi Girl di Via Olgettina, di Ruby Rubacuori e del fantomatico Bunga Bunga, il rituale erotico di cui ancora molto poco si sa, se non quello che le stesse ragazze hanno dichiarato in materia. Questa volta ad emergere dai faldoni della procura potrebbero essere le rivelazioni definitive e di importanza campale, se è vero che Repubblica è in grado di parlare, e in parte pubblicare, foto e video estratti dai cellulari delle ragazze.

NUOVE RIVELAZIONI – Insomma, a fregare Silvio sarebbe l’era moderna con tutte le sue diavolerie elettroniche, compresi i telefoni con videocamera che probabilmente vorrebbe abolire dal mercato visti i problemi che gli causano. D’altronde lui, l’ha detto più volte, il telefono non lo ha più. E d’altronde Luca Risso, il fidanzato di Ruby, aveva detto non per ultimo che di foto compromettenti a ritrarre la sua dolce metà non ce n’erano. Ebbene, non è ancora chiaro del tutto di quale materiale si stia parlando; ma di foto ce ne sono di certo, e inizia a spuntare anche qualche video più che esplicito.

Ecco gli interni di Arcore e di Villa Certosa, a Punta Lada, nel comune di Porto Rotondo. Ed eccoli pieni di ragazze, sono quelle del bunga bunga. E l’imputato Silvio Berlusconi, grazie agli ultimissimi accertamenti della polizia postale sui telefoni Black Berry delle sue disinvolte ospiti, si ritrova in mano non solo i tanti file audio e le lettere di cui parlavano nei giorni scorsi, ma anche queste nuove immagini.

Già. Pietro Colaprico ha una storia da raccontare, oggi.

MARYSTELLE – Emilio Fede ha le idee ben chiare. E le sue parole sembrano descrivere una modalità d’azione consolidata. Parlando di Marystehl Polanco, una delle modelle di Papi, la definisce una persona pericolosissima con molteplici precedenti penali, e inoltre asserisce di sapere tutto questo di lei perchè è stato lui ad eleggerla Miss-qualcosa.

Marystelle Polanco, e cioè «una pericolosa», almeno stando a Emilio Fede. Il direttore del Tg 4 si raccomanda con Nicole Minetti: «Attenzione, io conosco la sua storia vera, perché io l’ho eletta miss Pompeo, l’ho avviata eccetera… (le) avevano trovato un coltello, droga eccetera, guarda ti dico è una persona peri- co-lo-sis-si-ma». La conversazione risale al 26 settembre 2010, ma «il giorno 9 gennaio 2011, dalla mezzanotte e un minuto alla mezzanotte e nove minuti» il telefonino della soubrette di Colorado cafè si accende: è ad Arcore. E scatta varie foto. Le (parola di premier) «cene eleganti» mostrano una Marystelle inedita che balla, scollata, e poi – secondo scatto – apre la gonna sorridendo. Eccola, sempre ad Arcore, con Aida Yespica e poi ancora con Elena Morali, la bionda «padana» amica di Renzo Bossi, il Trota.

Siccome Emilio Fede non è nuovo ai concorsi di bellezza in cui recluta poi ragazze per i bunga bunga – almeno secondo la linea investigativa della procura, che pensa esattamente questo – potrebbe essersi in questo modo scoperto ciò che per lui è una routine consolidata: andare ai concorsi di bellezza, favorire quel tanto che basta le modelle, prendere le più carine e girarle al capo. Sì, è questo che pensa la procura, ma se è vero: perchè Fede si prende la responsabilità di portare a casa del capo persone “peri- co-lo-sis-si-me”? Neanche l’accortezza di fare un lavoro pulito, per il direttore del Tg4?

ECCO I VIDEO – Ma tutto passa in secondo piano davanti alle foto e ai video di cui la procura sarebbe in possesso. Di una abbiamo già detto, è quella in cui Mary Polanco alza la gonna in gesto provocante, le altre sono più o meno normali e sembrano quelle di una qualsiasi festa, se non fosse che gli inquirenti pensano che nei locali dove sono state scattate non si svolgessero esattamente feste. A suffragio di questa linea investigativa sarebbe spuntata oggi la prova regina: i video.

Più d’una volta, nel sottobosco milanese che circonda questa storia, s’è parlato di filmati e ricatti, di riprese «pirata» e di compravendita di scatti: e due filmati – attenzione – ci sono. Spuntano proprio dal telefonino di una delle ragazze più chiacchierate, Concetta De Vivo. Esiste, scrivono i detective, «un filmato File Img, durata 00’01, e viene ripreso un atto sessuale completo, risultando impossibile identificare i soggetti interessati». E poi un «File Img, durata 00’ 05», e il video riprende la scena a carattere sessuale precedente, mostrando il volto della De Vivo Concetta e di un uomo n. m. i.», cioè non meglio identificato. Se «si precisa che non è tecnicamente possibile collocare in un contesto spaziale o temporale i filmati », è anche vero che questa traccia video segna un punto cruciale. C’è la possibilità che davvero qualcuno abbia fatto filmati ad Arcore. E sui rapporti tra le gemelle De Vivo e Berlusconi il mistero è fitto. C’è chi, come l’ex prefetto Carlo Ferrigno, pluri-inquisito, nota come lui faccia ritardare il percorso ufficiale per rimanere da solo con loro sull’aereo. Chi sottolinea come nell’agenda De Vivo ci fosse il cellulare di Nicola Cosentino, e cioè il parlamentare forzista che si è opposto a Mara Carfagna.

Se queste prove uscissero nell’interezza della loro durata, sarebbero davvero rivoluzionarie. Già il fatto che la loro esistenza è iscritta in atti ufficiali della procura vuol dire che i magistrati ritengono di poter dimostrare di averne la disponibilità. E sarebbero grossi guai per Silvio il dover dimostrare che con quelle riprese lui non c’entra niente. Di certo crollerebbe la sua versione dei fatti: lui ha sempre affermato che a casa sua avvengono solo cose “più che dignitose”. Non c’è nulla di sconcio in un rapporto sessuale, il problema è che Berlusconi a domanda ha sempre negato. Avesse confermato, non staremmo qui ad interrogarci.

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