Le Iene e il figlio del prete pedofilo

«Mamma, ho bisogno che mi spieghi esattamente una cosa. Cosa è successo quando sei rimasta incinta di me. E lei disse: ‘Sono stata violentata da don Pietro. Sono stata minacciata. Siamo stati sfrattati. Mi hanno tolto la voglia di vivere’». E’ la dichiarazione shock resa alle Iene da Erik Zattoni, un ragazzo che, da quando ha saputo di essere figlio di uno stupro, sta cercando giustizia per sè e per sua madre Cinzia. Nel 1980, all’età di 14 anni, la donna avrebbe subito uno stupro da parte di un prete, autore quindi – spiega il ragazzo alle telecamere di Italiauno – un atto di pedofilia, considerando che l’uomo aveva 54 anni.

 

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IL RACCONTO DEL FIGLIO – «Ha abusato di lei violentemente – racconta Erik -. Lei non ha mai detto all’inizio quanto fosse successo perché ha ricevuto minacce da questo prete. Lui ha detto: ‘Se parli io butto fuori te e tutta la tua famiglia’. Lei viveva con la sua famiglia in una casa della parrocchia nella quale c’era questo prete. Mia nonna ha avuto 15 figli e quindi era in difficoltà economica. Mia madre si fidava tantissimo di questo parroco. Un giorno venne accompagnata nel suo studio. E lì perse una parte di vita».

 

 

LA DONNA ABUSATA – Parla anche la mamma di Erik, Cinzia, una donna introversa che oggi ha 47 anni. Era un pomeriggio di settembre del 1980. «Quando andavo a fare il doposcuola, abbiam fatto i compiti, ha trovato la scusa che doveva sistemare alcune cose in studio… E io, ingenuamente, l’ho seguito… Perché mi ha chiesto: ‘Mia fai un piacere, sistemi i libri?’. Poi ha detto: ‘Ti siedi sul divano?’. Poi dopo ha cominciato ad allungare le mani. Ho provato a difendermi, ma non ci sono riuscita. Oltretutto aveva chiuso anche la porta. Non sono riuscita neanche ad uscire. Mi tratteneva. Mi ha abbassato il vestitino e ha fatto i suoi comodi». Poi le minacce. «E’ stata dura, è stata bruttissima», ricorda la donna.

IL VESCOVO – La ragazza violentata tenne tutto nascosto per 5 mesi, fino al febbraio del 1981, quando racconta ai familiari l’accaduto. E’ a quel punto uno dei fratelli maggiori della bambina, Enzo, si reca dal parroco per metterlo di fronte alle sue responsabilità. «Se anche so qualcosa è un segreto, un segreto che porterò nella tomba», disse il prete in lacrime. Enzo avrebbe parlato del caso anche alll’allora vescovo di Ferrara, Monsignor Luigi Maverna. Che cercò di convincere la famiglia a non rivelare quanto accaduto: «Se fosse vero ti prego di tacere, sarebbe un danno enorme per tutta la diocesi e per la credibilità di noi sacerdoti».

 

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LO SFRATTO – Poi alla famiglia si presenta una donna, come avvocato del Vaticano, invitando la famiglia a ritrattare le accuse, facendo capire che se lo avessero fatto non sarebbero stati sfrattati dalla casa in cui abitavano. Enzo racconta che nessuno firmò alcun documento, e subito dopo vennero, guardacaso, mandati via dalla casa. E’ il 1986 quando tutta la famiglia, composta da 18 persone, si ritrova senza un tetto. A pagare le conseguenze della violenza sono dunque Erik e la famiglia, mentre il sacerdote rimane nella sua parrocchia, dove per 25 anni continuerà a gestire la scuola materna ed insegnare catechismo ai bambini.

 

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IL TEST DEL DNA – Infine, la conferma. Eric si è rivolto ad un legale per chiedere il riconoscimento di figlio naturale attraverso test del dna. E l’esame confermato il sospetto: don Pietro è il suo padre biologico. Lo dimostra anche una sentenza del tribunale di Ferrara. La reazione del sacerdote? Eric ricorda le parole del prete: «Io non devo chiedere perdono a nessuno, ho chiesto perdono a Dio, sono stato assolto». «Lui è in pace con se stesso», dice il ragazzo. «Non si è nemmeno degnato di chiedermi se sto bene, niente», dice oggi amareggiata la mamma commentando la reazione del suo stupratore.

 

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IL PRETE SMENTISCE – Quando Erik visita don Pietro presentandosi come il figlio di Cinzia, nella casa di riposo in cui vive il prete finge di non riconoscere il ragazzo. «Ho già fatto tutto quello che dovevo fare, voglio il mio avvocato», dice. Il sacerdote si chiude a riccio. Erik accusa di non aver mai fatto nulla, di non aver mai chiesto scusa. Don Pietro: «Non c’è stato niente». Tutto mentre l’arcivescovo di Ferrara Luigi Negri sostiene che lo stupro «non è sufficiente» per far dimettere il prete pedofilo e che per un risarcimento non riguarda la Chiesa. Non resta che appellarsi al Papa.

(Photocredit: Italiauno / Le Iene)

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