Le Iene, i rifiuti tossici e i pomodori al veleno che mangi anche tu

In Campania, nel cosiddetto ‘triangolo della morte’, detto anche ‘terra dei fuochi’, ci si ammala di cancro tre volte in più delle altre aree del paese. Colpa dello sversamento e dell’incendio di rifiuti di ogni genere che la camorra per anni ha praticato illegalmente nelle discariche abusive della zona. Lo spiega un servizio delle Iene andato in onda ieri sera su Italia Uno.

 

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LE IENE E I RIFIUTI TOSSICI IN STRADA E IN CAMPAGNA – A parlare davanti alle telecamere sono le persone vittima di tumore. Ma anche il pentito dei Casalesi Carmine Schiavone, che svela i retroscena dell’attvità criminale. «Questa roba arrivava dalle centrali tedesche, austriache, svizzere. Arrivavano fanghi tossici, pittura, coloranti. Residui di amianto, piombo, cadmio, tutto». Parla anche il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, che da anni si batte contro i roghi e gli sversamenti: «A Caivano hanno trovato due milioni di metri cubi di metalli pesanti, piombo, cadmio, zinco. Avevamo fatto delle foto a dei cavolfiori che nascevano di colore giallo. Abbiamo fatto delle analisi e sono usciti metalli pesanti in quantità così elevata che il laboratorio non ha voluto darci i risultati. Qua la gente muore, stanno morendo. La gente non usa più nemmeno il termine ‘cancro’. La gente ha il terrore». Insieme a don Maurizio le Iene compiono un giro per le campagne avvelenate scoprendo cumuli di rifiuti tossici sia lungo sentieri di campagna che lungo le strade percorse dalle automobili. Spesso vengono incendiati per non lasciare tracce. A ridosso delle discariche improvvisate i contadini continuano il loro lavoro. Ci sono pneumatici, ma anche parti dell’asfalto che comunemente viene usato per isolare le case. A volte viene dato fuoco all’amianto. E i cavalcavia diventano neri per il fumo dei roghi. «L’amianto è un killer pericolosissimo – spiega don Patriciello -. Non mi scandalizza il delinquente che ha sversato quell’amianto. Ma mi scandalizza la società civile che vede tutto questo. Questo è proprio il posto dove è venuto l’ex ministro della Salute Renato Balduzzi. Poi è andato via e non è successo niente».

 

 

AL CIMITERO – Al cimitero c’è chi indica i morti di cancro. «Oramai non si dice più ‘Come è morto?’. Si dice ‘Dove aveva il tumore?’», spiega un ragazzo. «Non possiamo fingere di non vedere. E’ il momento di mettere insieme i vari ministeri. E’ inutile che continuano a dare tutta la responsabilità ai sindaci. Loro non ce la faranno mai. Ci sono troppi interessi. O ci si mette insieme o questo popolo è condannato a morte», continua don Patriciello.

 

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LE DISCARICHE LEGALI E ILLEGALIRaffaele Del Giudice, ex presidente di Legambiente, mostra i roghi e spiega le modalità di intervento della camorra. Una prima squadra prepara il letto di combustione con stracci e copertoni. Di notte arriva una seconda squadra, che sversa i rifiuti e appicca il fuoco. «C’è bisogno del presidio dell’esercito», dice. L’aria è irrespirabile. E non fumano solo i roghi. Fumano anche le vecchie discariche delle ecomafie, per effetto di reazioni di sostanze tossiche seppellite in passato. Il dottor Antonio Marfella, intanto, medico dell’istituto tumori Pascale di Napoli dichiara: «Non esiste una sola discarica in Campania che non è rimpinzata di oltre il 50% di rifiuti tossici». Il dottor Marfella spiega che la camorra si è servita delle discariche legali per smaltire i rifiuti illegali, spesso provenienti dalle industrie pesanti del Nord. E ad un passo dalle discariche, spesso, spuntano campi coltivati.

 

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I POMODORI NEI PRESSI DELLA DISCARICA – Le telecamere delle Iene scoprono una distesa di piante di pomodori. Che poi vanno a comprare, il giorno seguente. Una persona fornisce il numero di telefono del venditore. La troupe di Italia Uno incontra i contadini della zona, quelli dei campi a ridosso delle discariche. Dicono di poter vendere ogni tipo di prodotto della terra. E rivelano di consegnarli solitamente anche alle industrie famose, ad un marchio presente – dicono le Iene senza citare l’azienda in questione – in ogni supermercato italiano. Si vende alla più grossa industria di pelati d’Europa. Il prezzo? Bassissimo: 8 centesimi di euro al kg, di cui 7 rappresentano costo di produzione. Il problema, insomma, è nazionale. Come raccontava Filomena, 26enne morta di cancro: «Non dimentichiamo che le nostre cose arrivano anche fuori. Anche i loro figli sono a rischio».

(Credit immagini: Le Iene / Italia Uno)

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