C’è chi sceglie di rinunciare allo spazio su HuffPost dopo il caso Boldrini-Feltri

Un piccolo terremoto nel mondo della stampa online

27/11/2020 di Redazione

Luca Paladini, Barbara Collevecchio. La sensazione è che sia iniziata una piccola diaspora dall’Huffington Post, indubbiamente una delle testate di riferimento del panorama dell’informazione online in Italia. Il tutto dopo il caso – emerso ieri – dello scontro tra Laura Boldrini e il direttore della testata Mattia Feltri: l’ex presidente della Camera, sul proprio blog all’interno dell’Huffington Post, aveva pensato di scrivere un contributo per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, all’interno del quale era presente un riferimento alle parole utilizzate da Vittorio Feltri, padre del direttore Mattia, per descrivere la vittima del caso di violenza di Alberto Genovese.

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Huffington Post, le decisioni di Paladini e Collevecchio

Il direttore dell’Huffington Post aveva chiesto alla deputata del Pd di rinunciare alle righe in cui si faceva riferimento al padre. Di fronte al suo rifiuto, Feltri aveva deciso di non pubblicare il contenuto spiegando che era nelle sue prerogative di direttore farlo. Evidentemente, alcuni collaboratori dell’Huffington Post non hanno gradito questo atteggiamento e, oggi, dopo meno di 24 ore dai fatti raccontati, iniziano a esserci le prime defezioni.

Abbandona Huffington Post, ad esempio, Luca Paladini, il fondatore dei Sentinelli di Milano, una delle più note associazioni italiane che si batte per i diritti LGBT e che fronteggia l’odio in rete. Le motivazioni sono state affidate a un lungo post su Facebook: «Sono consapevole di perdere una tribuna importante dove poter far conoscere i miei pensieri, ma la mia coscienza non mi permette di continuare a collaborare con una testata come Huffingtonpost.it che decide cosa pubblicare e cosa no in base ai gradi di parentela del suo Direttore».

L’analisi di quello che sta succedendo a Huffington Post

Decisione condivisa anche dalla psicologa Barbara Collevecchio, membro dell’associazione di ricerca in psicologia analitica “Alba” di Bologna e curatrice di un suo blog personale sull’Huffington Post: «Sono rimasta molto delusa e non invierò più articoli ad Huffington Post Italia, che peraltro rischiano di non essere pubblicati in quanto non condivido la tua scelta. Sono solidale a Laura Boldrini. Troverò chi vorrà pubblicarmi in libertà». 

Si tratta di una discussione che va affrontata per determinare, ancora una volta, lo stato dell’arte dell’informazione in Italia. Le dinamiche dell’Huffington Post – è vero – sono molto diverse rispetto a quelle di qualsiasi altra testata. Tuttavia, il caso Boldrini-Feltri ha aperto un fronte che, non a caso, è il maggior oggetto di discussione su un social network come Twitter nella giornata di oggi.

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