Terremoto l’Aquila: le C.A.S.E. di Silvio? “Poche e costruite male”

L’accusa viene dalla società che si occupa della manutenzione degli immobili: “Gli abitanti sono al freddo, non sappiamo che fare”.

L’Aquila? “Ricostruita a tempo di record”: è uno dei successi del governo di Silvio Berlusconi. Noto in tutto il mondo, celebrato internazionalmente per essere stato – nelle parole del presidente del Consiglio – il più rapido ad affrontare una crisi del genere. Lo strumento principale per dare nuove abitazioni agli sfollati è il progetto C.A.S.E.: un’idea sperimentale pilotata dalla Protezione Civile di Guido Bertolaso.

C.A.S.E. – Nel sito del dipartimento della presidenza del Consiglio, il progetto è spiegato nei minimi dettagli.

Che cos’è?
Il Progetto C.A.S.E. è un piano che prevede la costruzione di “Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili” nel comune di L’Aquila.
Il Governo autorizza il Commissario delegato a progettare e realizzare a tempi di record:
– nuove abitazioni;
– non solo case, ma quartieri durevoli e tecnologicamente avanzati (sono compresi tutti i servizi).

Per chi?
Per tutti i cittadini che hanno la casa distrutta dal terremoto o dichiarata inagibile dopo le verifiche.

Ma che tipo di strutture sono?
Sono costruzioni stabili e realizzate con due criteri:
– innovazione tecnologica e risparmio energetico;
– protezione dai terremoti.

Il bando di gara per il progetto C.A.S.E. risale al maggio dell’anno scorso, solo un mese dopo il terremoto che ha devastato il capoluogo abruzzese. In settembre la consegna dei primi moduli abitativi nella frazione di Onna, devastata dal terremoto.

Orgoglioso il presidente del Consiglio: ”Era una promessa ardita ma l’abbiamo mantenuta. Speriamo che servano solo per poco tempo, ma queste case sono case dotate di tutto – ha aggiunto il premier – di ogni ben di Dio. C’è anche il sapone, la carne e le coperte. C’è proprio tutto”. Case “assolutamente definitive”, ha spiegato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. E poi una promessa: “Entro la fine del mese saranno smontate tutte le tendopoli in Abruzzo – sotto le quali vivono ancora 11 mila persone – ed entro la fine dell’anno, tutti gli sfollati saranno sistemati nelle abitazioni. Potremmo ospitare nelle case di legno e in quelle antisismiche tra le 25 e le 30mila persone”.

MANUTENCOOP – Definitive, dunque, secondo Bertolaso. Che lascia la patata bollente a qualcun altro: nello specifico, alla Manutencoop di Bologna, società multiservizi che da quel momento in poi si occuperà di gestire la manutenzione degli immobili e di fornire servizi al cittadino. L’inaugurazione della sede operativa della società emiliana risale al dicembre dell’anno scorso, anche qui con tutte le autorità, con taglio del nastro e auguri di buon lavoro.

Il Gruppo Manutencoop festeggia oggi a L’Aquila l’inaugurazione della nuova sede locale, a soli 8 mesi dal sisma dello scorso aprile, un nuovo passo avanti verso il ritorno alla “normalità” del capoluogo abruzzese. Larga parte dei dipendenti verrà ora impiegata nelle attività di gestione e manutenzione degli immobili realizzati nell’ambito del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili). Dalla metà di ottobre, infatti, Manutencoop Facility Management S.p.A. si occupa di tali servizi per conto del Dipartimento di Protezione Civile, in qualità di titolare della Convenzione Consip Uffici per l’area Abruzzo . Le abitazioni del progetto C.A.S.E. (183 edifici per 4.600 appartamenti distribuiti su 220.248 mq complessivi), realizzate con il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile, sono destinate ai cittadini la cui abitazione è stata distrutta o resa inagibile a seguito del sisma. Presso i vari complessi immobiliari (che ospiteranno a regime circa 17.000 persone) Manutencoop Facility Management fornirà i servizi di cleaning, derattizzazione e gestione del verde nelle aree comuni, manutenzione degli impianti di riscaldamento, elettrici, idrici e degli ascensori, oltre che la cura e la manutenzione dell’illuminazione pubblica dei vari siti.

Molto chiaro. Tutto a posto? Un isola felice di nuove case, fornite dal governo agli sfollati e ai terremotati? Pare proprio di no.

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