Wikileaks sposta i suoi server nel principato di Sealand

02/01/2012 di Maghdi Abo Abia

Il trasloco verso il mondo offshore per sfuggire alla giustizia Usa

Addio e grazie per tutto il pesce! Così come nel libro di Douglas Adams i delfini salutarono la Terra prima che venisse distrutta dai Vogon per costruirci una superstrada spaziale, Wikileaks è pronta a spostare i suoi server da paesi ostili al più confortevole principato di Sealand. Ne parla Fox News.

ACQUE INTERNAZIONALI – La mossa, all’apparenza assurda, è dettata dalla necessità dei membri di Wikileaks di spostare i server del proprio sito per mettersi al riparo dalla caccia degli Stati Uniti. L’obiettivo è quello di mettere in sicurezza i server in acque internazionali, così da poter lavorare senza la paura di venire assaltati dalla giustizia a stelle e strisce. Ma visto che i server non possono lavorare su barche disperse in mezzo al mare, ecco la soluzione: spostare tutto nel principato di Sealand.

COS’E’ SEALAND – Il principato di Sealand è una vecchia base della contraerea inglese costruita durante la seconda guerra mondiale. Il 2 settembre 1967 il forte venne occupato da Paddy Roy Bates, un suddito britannico che proclamò la “sovranità” sulla base della sua interpretazione personale delle norme internazionali. Sealand è uno stato sovrano in quanto fuori dalle acque territoriali inglesi, anche se non è mai stato riconosciuto da paesi terzi. Sealand si auto-definisce una monarchia costituzionale sede della libertà via Internet.

INSEGUIAMO LE PERSONE – Secondo Jim Dempsey, membro per il centro della democrazia e della tecnologia a Washington D.C., “non importa dove mettano i server. Per mettersi al sicuro dovrebbero trasferirsi anche i membri di Wikileaks. A essere perseguite sono le persone, non i computer. Se vogliono mettersi al riparo, che vadano lì”. I server di Wikileaks si trovano in questo momento in Svezia, in Islanda e in altri Paesi. Sealand in questo momento è connessa a tutto il mondo e ospita reti wi-fi e connessioni satellitari. Lo “stato insulare” sopravvive grazie alla possibilità di ospitare i server nelle sue strutture.

NO COMMENT – Interpellato sulla possibilità che possano essere stabiliti nel “paese” i server di Wikileaks, il “principe” Michael, figlio di Paddy Roy Bates, ha dichiarato: “Noi non divulghiamo informazioni sulle società o sulle persone che operano nel nostro territorio”. “E’ come aprire un conto in svizzera. Puoi noleggiare un servizio sulla piattaforma così riesci a nascondere le tue attività”, ha dichiarato David Wilson, fondatore e amministratore delegato di Titan Information Security Group.

SEALAND OFFLINE – Il fatto che Sealand rappresenti il “conto svizzero” del web non eviterà agli USA di continuare la sua lotta contro il sito fondato da Julian Assange, e a confermarlo è lo stesso Wilson: “Il fatto che Wikileaks vada a Sealand potrebbe rappresentare un vantaggio per i paesi che vogliono prendere misure contro il sito di Assange, i quali potrebbero agire in totale libertà per “spegnere” questo sito se dovesse venire ospitato in un territorio terzo non riconosciuto da nessuno. Basterebbe mandarlo off line, e il Regno Unito potrebbe farlo sensa alcun problema”.

E INTANTO… –Nel frattempo, mentre Bradley Manning è ancora sotto processo per aver trafugato migliaia di informazioni dagli archivi dell’esercito USA per trasmetterli a Wikileaks, Julian Assange è ancora alle prese con la richiesta di estradizione da parte della Svezia per una doppia violenza sessuale da nui sempre negata. Nel frattempo starebbe però pensando a uno show televisivo, da lui condotto, che verrebbe mandato in onda da un network televisivo russo.

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