WAX: Solo insieme possiamo cambiare il futuro della nostra generazione

Ti è mai capitato di pensare alla tua vita come qualcosa di irrisolto? Di non ancora compiuto? Di aspettare da sempre qualcosa che non è mai arrivato? Diciamocelo, ti sei fatto il culo rimanendo sempre a bocca asciutta. Quel senso di frustrazione di girare da anni sulla stessa ruota, con un panorama che è sempre lo stesso: i corsi e i ricorsi della tua stessa esistenza. Ebbene c’è una notizia buona e una cattiva. Quella cattiva è che forse non è solo una sensazione: stai effettivamente girando come una vite sfilettata nel suo supporto. La buona notizia è che non sei solo. Insieme possiamo cambiare le cose. “We Are The X”.

WAX, COME LA CERA

Ma cosa significa Wax? In inglese vuol dire “cera”, la cera di una candela che quando è accesa è malleabile, ma una volta che lo stoppino si spegne si indurisce inesorabilmente. Anche noi siamo fatti di cera: ci adattiamo continuamente a persone, situazioni e circostanze, ma ad un certo punto la cera si indurisce. L’energia dell’intraprendenza prima o poi finisce e sopraggiunge il nichilismo, quel, vittimismo e quella rassegnazione che impigrisce l’animo e che inevitabilmente si raggiunge alla soglia dei 40 anni.

WAX, WE ARE THE “X”

In matematica la “x” è una variabile. È quel carattere alfabetico che rappresenta un numero qualsiasi, non completamente specificato o del tutto sconosciuto. Quando però l’equazione viene risolta, la “x” assume un significato specifico, definitivo, diventa un numero vero. Noi viviamo in una perenne adolescenza della formazione, protratta oltremodo nella speranza che più si studia più porte si apriranno. «Dottore, lei è troppo qualificato per questa posizione» quante volte ce lo hanno detto? Come se non lo sapessi già che una laurea e magari un master potrebbero essere “troppo” per un lavoro qualunque. Ma che alternative ho? Da solo nessuna.

“WE”, L’IMPORTANZA DEL “NOI”

Durante la Rivoluzione Francese, Maximilien de Robespierre aveva proibito le interazioni di tre persone. Due persone sono una coppia, ma tre diventano qualcosa in più e dialogando insieme possono generare complotti e rendersi pericolose. Per questo era meglio tenere tutti ben separati. Noi siamo la X, perché noi siamo la generazione X. La generazione dei dimenticati, degli irrisolti. Ricordate l’ultimo discorso che il presidente Giorgio Napolitano fece prima di abbandonare il Quirinale? “Pensiamo ai 18enni”, diceva. E Matteo Renzi? “Bonus ai 18enni”. Hanno ragione entrambi, ma noi?

NOI

Noi siamo quelli che continuano a darsi da fare nonostante tutto. Noi siamo tutti quegli apprendistati gratuiti con la promessa di un contratto. Siamo il 20% di disoccupazione giovanile contro una media europea del 13%. Noi siamo la generazione del “ti pago in visibilità”, che se la metà di chi ce lo ha promesso avesse mantenuto l’impegno a quest’ora saremmo tutti sulla copertina di Forbes.

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