Perché sul presunto Watergate M5S non si farà nulla

Il watergate M5S rischia di finire a un binario morto. Non ci sono i presupposti per un’indagine interna da parte dei questori della Camera. Secondo quanto ha appreso l’Agi, due giorni dopo le parole della presidente della Camera Laura Boldrini sulla presunta violazione delle mail dei parlamentari 5 stelle, non ci sono elementi utili per approfondire la questione. Perché se la piattaforma fosse della Camera, potrebbero intervenire i questori ma non è così. Il sistema è privato.

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WATERGATE M5S: COSA RIPORTA IL FOGLIO

Tutto partì il 5 marzo scorso quando Il Foglio, con un’inchiesta a firma Salvatore Merlo parla di spionaggio della Casaleggio nelle mail dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Merlo parla di una mail mandata dalla Casaleggio Associati a deputati e senatori grillini a proposito della piattaforma parlamentari5stelle.it, di proprietà del gruppo parlamentare, che conteneva le mail e dati riservati dei cittadini eletti al Parlamento, resa inutilizzabile dopo un intervento tecnico commissionato dallo stesso gruppo parlamentare.  Era l’autunno del 2014:

Risponde, il 3 ottobre, via email, la Casaleggio Associati in persona, ovviamente. Ed è una fantastica lettera firmata “lo staff di Beppe Grillo” nella quale si dice espressamente che il sistema non è ripristinabile e che se ne sarebbe dovuto installare un altro (installato da loro, si suppone). Ma non solo. L’email conteneva pure una ammissione involontaria. Tra le righe, rivelava infatti che il misterioso “staff” di Milano aveva avuto alcuni dati relativi alla posta elettronica dei deputati. Scriveva infatti l’evanescente “staff”: “Ad ora risultano meno di 30 persone che stanno utilizzando in modo continuo o la posta o il calendario”. “Meno di 30”. Dunque sapevano chi, come e quanti deputati utilizzavano quella posta elettronica? E sapevano solo quello o avevano ricevuto anche altre informazioni provenienti dal server? E a che titolo, in definitiva, la Casaleggio era informata di quel controllo, se una ditta terza aveva il contratto con il gruppo della Camera? E a che titolo prendevano decisioni? (“abbiamo riscontrato una situazione non sanabile nella gestione attuale della posta e dei calendari … ti invitiamo a svuotare la posta e non utilizzare questo account … suggeriamo venga dismesso nell’immediato”). Dice Andraghetti, che ci sta scrivendo persino un libro: “E’ il clima Casaleggio. Io l’ho respirato per due anni a Montecitorio, prima di tornarmene a casa dopo sette anni di militanza”.

Quasi un anno e mezzo fa, come ricordammo anche noi,  era scoppiato il caso, c’erano state assemblee M5S dai toni infuocati, chiarimenti pubblicati sul blog ed espulsioni come quella di Massimo Artini (adesso al gruppo Misto della Camera, nella componente Alternativa Libera-Possibile) ritenuto l’informatico e passato per “capro espiatorio” nel pasticcio della gestione del server. Spazio che ricordiamo,  quello di parlamentari5stelle.it, privato.

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WATERGATE M5S: REPLICHE DA GRILLO E CASALEGGIO

Nelle ultime ore il Pd non ha mollato e ha annunciato, tramite il senatore dem Stefano Esposito,  una interrogazione parlamentare contro quello che ha definito “Grande Fratello Casaleggio”. Da parte del Movimento la replica è stata affidata sabato a Beppe Grillo (con smentita e danni di immagine che potrebbero esser chiesti contro il Foglio) e dai cinque membri del Direttorio M5S che hanno parlato di «storia montata ad arte da stampa e Partito democratico», e «paura dei partiti e di qualche editore di perdere Roma».

Sul problema privacy e sistema M5S rimandiamo anche a questi link:

La vera (e strana) storia delle espulsioni dal M5S di Pinna e Artini

Gli ex 5 stelle che “denunciano” il sistema operativo al Garante della privacy

GrilloLeaks: sul sito “anonimo” grillo-leaks.com i “segreti scottanti” di Beppe Grillo & Co.

Il garante della privacy, Giulia Sarti e le mail del MoVimento 5 Stelle

«Le mail dei parlamentari M5S spiate da Casaleggio»: tutta la storia

Nel pezzo de Il Foglio si cita anche la violazione della mail della deputata Giulia Sarti con tanto di pubblicazione dei contenuti personali della parlamentare su siti on line. Potrebbe continuare su questo filone però la polemica sollevata da Il Foglio. Una via possibile, dato che l’hacheraggio della casella della deputata, risalente al 2013, è una questione che fuoriesce dal sistema di gestione privata di parlamentari5stelle.it. Sul quel caso si pronunciò con giusta condanna anche il garante della privacy. Finora però, nonostante la denuncia presentata dalla Sarti, non si è individuato il colpevole.

(Photocredit copertina: ANSA / MATTEO BAZZI)

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