Perché si è aperta una voragine sul Lungarno a Firenze

26/05/2016 di Redazione

Perché ieri si è aperta una voragine sul Lungarno a Firenze? La risposta più plausibile a questo interrogativo per ora sembra essere quella dell’errore umano. Il vuoto sarebbe stato causato dall’eccessiva pressurizzazione dopo la chiusura di un condotto idrico danneggiato che ha poi dato maggior forza ad altri due.

 

Voragine sul Lungarno di Firenze: i video impressionanti

 

VORAGINE SUL LUNGARNO A FIRENZE, L’ALLARME A MEZZANOTTE

Come ricostruisce Marco Imarisio sul Corriere della Sera, tutto comincia verso la mezzanotte di martedì, quando i vigili intervengono dopo una serie di chiamate che segnalavano fiotti in uscita dall’acquedotto. La società che gestisce la rete idrica, Publiacqua, in quegli stessi minuti rileva una diminuizione della pressione. Sulla strada la falla ha intanto ha prodotto una buca di quaranta centimetri. A quell’ora della notte è possibile solo fasciare la tubatura danneggiata e chiuderne il flusso perché per cominciare i lavori e togliere le automobili dalla carreggiata è necessaria un’autorizzazione, che può essere rilasciata solo il giorno seguente. Alle tre l’acqua è defluita e la strada chiusa:

Quel disastro non può essere stato causato da un condotto di appena 400 millimetri di diametro, che di solito viene tenuto a 2 bar di pressione. Ma accanto corrono altri due tubi più grandi, 700 millimetri e dieci atmosfere ciascuno. Il primo è definito «adduttore principale», in pratica una via d’acqua che corre fino a Prato. Il secondo invece è anche un «collettore di distribuzione» che rifornisce le utenze dell’Oltrarno.

VORAGINE SUL LUNGARNO A FIRENZE, IL DOPPIO GUASTO

L’apertura della voragine sul Lungarno avviene alle 6.30. A quell’ora Publiacqua rileva un nuovo calo della pressione, che non viene dal tubo appena disattivato:

La chiusura del tubo danneggiato ha dato maggior forza agli altri due condotti. L’eccessiva pressurizzazione avrebbe così creato un vuoto, in un ambiente che già ospita il cosiddetto «canalone», una struttura fognaria che risale ai tempi di Firenze capitale, in disuso da decenni e in concessione al Comune. Le analogie con le imprese dell’ex comandante Schettino si fermano qui e gli errori diventano collettivi, quasi di sistema. Il tubo del primo guasto e quello del secondo risalgono al 1950, immediato dopoguerra, quando invece il valore medio riconosciuto anche per legge di «vita utile» di queste strutture è fissato in quarant’anni. I conti non tornano, almeno dall’inizio del nuovo secolo.

(Foto di copertina: ANSA / MAURIZIO DEGL’INNOCENTI)

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