Volkswagen offre ai suoi dipendenti protezione dal licenziamento in caso di confessione

Volkswagen

ha offerto ai suoi dipendenti che confesseranno le loro conoscenze e responsabilità in merito allo scandalo delle emissioni falsificate la protezione dal licenziamento così come da eventuali cause legali. Il top management dell’azienda ha fatto questa proposta ai suoi dipendenti al fine di accelerare il chiarimento della vicenda, su cui è fortissima la pressione delle autorità europee e americane.

VOLKSWAGEN GRUPPO

– Herbert Diess, il responsabile di Volkswagen Auto, ha scritto una lettera ai dipendenti del gruppo Tedesco per offrire loro un patto: chi rivelerà nuove informazioni sullo scandalo non dovrà temere alcuna conseguenza. La missiva, pubblicata da diversi quotidiani tedeschi, è stata inviata a tutti i lavoratori del gruppo coperti dal contratto collettivo di categoria, quindi il suo contenuto non vale per i dirigenti.

I dipendenti che entro al più tardi il 30 novembre che si rivolgeranno ai responsabili dell’indagine coordinata dallo studio legale Jones Day e che informeranno in modo completo e veritiero sulle circostanze a loro conosciute non devono temere conseguenze da parte dell’azienda né dal punto di vista professionale, come i licenziamenti, né richieste di risarcimento danno.

Come rimarca Bild Zeitung, l’offerta partita dal top management di Volkswagen si pone l’obiettivo di accelerare il lavoro di chiarimento sullo scandalo emissioni che ha colpito il più grande gruppo automobilistico tedesco. All’azienda è stato dato tempo fino alla fine dell’anno di fornire tutti gli elementi in sua conoscenza, ma la pressione da parte delle autorità europee e americana è sempre più forte.

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VOLKSWAGEN SCANDALO

– Il gruppo Volkswagen ha ricevuto una sorta di ultimatum da parte dell’Unione Europea. La Commissione Ue vuole ricevere tutti i dati a sua disposizione per capire come siano stati manomessi i test, e quali vetture siano state commercializzate pur infrangendo i vincoli ambientali comunitari. L’ultimatum UE scade entro il 21 novembre, e la lettera inviata ai dipendenti sembra un chiaro segnale di come il top management stia cercando di fare tutto il possibile per rispettarlo. A quanto trapela dall’altra parte dell’Atlantico è molto forte anche la pressione da parte dell’Epa, l’agenzia federale statunitense che si occupa di tutela ambientale, e che è stata la prima a scoprire le manipolazioni del software installato sulle vetture a diesel di Volkswagen. Secondo diversi esperti il gruppo tedesco al momento non è ancora in grado di fornire un quadro completo sulla gravità dello scandalo. Jürgen Stackmann, un manager del marketing di Volkswagen, ha spiegato a Bild Zeitung di comprendere l’esigenza di velocità, ma come il gruppo voglia chiarire la vicenda nel modo più esaustivo e veritiero possibile per offrire la massima trasparenza possibile ai suoi clienti. Le eventuali infrazioni della legge saranno invece giudicate dalle autorità competenti.

Photo credit: Justin Sullivan/Getty Images

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