Voci e foto da Lipari coperta di fango

Lipari è sotto il fango. Da sabato è caduta una quantità d’acqua che non si vedeva dal 1860.  Le strade, trasformate in torrenti di terra, colorano di marrone uno degli angoli più belli della Sicilia: secondo alcuni una tragedia annunciata; secondo altri, un teatrino mediatico e una esagerazione che fa male al turismo.

 

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CALAMITA’ NATURALE – In effetti è preoccupatissima Federalberghi che ieri sera ha diffuso un comunicato. “Ancora una volta le Eolie vengono ingenerosamente bersagliate dal rumore di un’informazione parziale dai toni ingiustificatamente apocalittici”, ha detto Christian del Bono: molti turisti hanno chiamato gli alberghi chiedendo se fosse il caso di annullare le prenotazioni.

“Tranquillizzarli, dicendo loro che la gente gia’ dal giorno dopo era regolarmente in spiaggia non e’ stato semplice”, continua l’albergatore. Certo è che le immagini dall’isola delle Eolie che mostrano il vero e proprio nubifragio che ha portato il fango in città raccontano un’altra realtà, e il sindaco Marco Giorgianni ha chiesto a Palazzo Chigi di dichiarare lo stato di calamità naturale.

SAN BARTOLOMEO – “Sotto un caldo sole”, dicono le agenzie,”isolani e turisti hanno trascorso l’intera giornata di oggi a ripulire abitazioni, negozi, strade e a tentare di recuperare auto e mezzi travolti dal fango e dai detriti trascinati dai torrenti. Ed e’ gia’ polemica per la cementificazione di numerosi torrenti, straripati per le forti piogge. Per fortuna l’alluvione è durata solo due ore, perche’ sarebbe stata la fine; anche stavolta San Bartolomeo ha protetto la sua isola’, e’ il ritornello di alcuni anziani”.

ABUSIVISMO E DISCARICHE – Molto è dipeso dalla discarica abusiva sul costone dell’Annunziata. La pioggia ha fatto crollare l’intero versante dell’altura, facendo precipitare in città, si legge, “di tutto”, anche se il sindaco ha smentito che l’abusivismo abbia avuto un qualche ruolo: tuttavia secondo il Corriere della Sera e le agenzie le strade sono state costruite sui corsi dei ruscelli che, inondati dalla massa d’acqua, hanno ripreso vita tirandosi dietro la montagna. Le immagini e i video sui social si affollano, gli utenti si lamentano della scarsa rilevanza mediatica data all’alluvione: “Lipari dimenticata”. La peggiore delle situazioni sembra ancora essere quella della scuola media in cui il preside ha inondato il piano terra e si è trasferito al primo piano con gli alunni. Lungo la via Roma è finito di tutto: vecchi elettrodomestici, motorini, biciclette, la melma ha sommerso le auto, allagando case e negozi.

SERVE PREVENZIONE – “A Canneto e a Calandra è stato un disastro. La montagna di detriti di pomice si è riversata nella strada, un bus e diverse auto sono state quasi sommerse. Analoga situazione lungo tutti gli altri torrenti. Gli isolani sono rimasti ‘sequestrati’ in casa per alcune ore”, scrivono le agenzie. Le prime stime parlano di 30 milioni di euro di danni, mentre gli esperti geologi della regione Sicilia sono arrivati sull’isola per i sopralluoghi approfonditi. Su Facebook il candidato alla presidenza della Regione Siciliana Claudio Fava afferma: “Lipari. Ennesima prova di una Sicilia senza nessun piano di prevenzione. Mettere in sicurezza il nostro territorio è una priorità naturale, una straordinaria e urgente opera pubblica che può dare lavoro e impegnare risorse umane che già esistono. Molti dei nostri 28mila forestali potrebbero essere utilizzati per interventi di ripristino e di prevenzione. Hanno i mezzi, le competenze e le capacità”. Il candidato di Sel si riferisce ai numeri emersi dall’analisi dei conti della regione esplosa sotto la gestione Lombardo, in cui appunto sono arruolati 28mila forestali.

Foto: Facebook

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