«Vladimir Putin è un pedofilo», è questa l’accusa costata la vita a Litvinenko?

25/01/2016 di Redazione

Alexander Litvinenko sarebbe stato ucciso per aver accusato di pedofilia Vladimir Putin. L’ex agente dei servizi segreti russi aveva scritto su un blog come il presidente russo fosse stato ripreso da un video mentre abusava sessualmente un bambino.

LITVINENKO PUTIN PEDOFILO

Nell’inchiesta britannica sulla morte di Alexander Litvinenko, che secondo questa indagine sarebbe stata causata da un avvelenamento probabilmente approvato da Vladimir Putin, è citato anche il motivo per cui l’ex agente dei servizi segreti russi sarebbe stato assassinato. Alexander Livinenko aveva scritto come il presidente russo fosse stato coinvolto in un caso di pedofilia. L’accusa, pubblicata su un post di un blog, si basava anche su due prove.

Vladimir Putin
La foto di Vladimir Putin che bacia un bambino di 5 anni sulla piazza Rosso pubblicata da Bild

La prima, piuttosto fragile, indicava un curioso episodio avvenuto nel 2005. Sulla piazza Rossa Vladimir Putin aveva baciato sul petto un bambino di 5 anni, Nikita Korkin. Il piccolo era in gita con i genitori a Mosca, e quando aveva visto il presidente russo si era diretto verso di lui. Vladimir Putin aveva accolto con grande simpatia l’arrivo del bambino, e dopo averlo abbracciato, si era inginocchiato per alzargli la maglietta, prima di baciarlo sul petto. Un gesto molto particolare, che da diversi media era stato commentato come una malriuscita operazione di immagine da parte di Putin. Il presidente aveva rimarcato di aver voluto accarezzare il bimbo come un gatto. Ben più dura era un’altra accusa contenuta nel post di Alexander Litvinenko. L’ex agente diventato dissidente aveva spiegato come esistesse un video in cui Vladimir Putin era ripreso mentre abusava un bambino, nell’appartamento in cui era stato filmato un noto politico, Jury Skuratov, mentre aveva un rapporto a tre con due prostitute.

LITVINENKO PUTIN MORTE

Il video che documenterebbe la pedofilia di Vladimir Putin risaliva agli anni in cui il futuro presidente della Russia era attivo nei servizi segreti. Alexander Litvinenko aveva spiegato come il suo orientamento pedofilo avrebbe spinto i dirigenti dell’intelligence ad assegnare Putin ai servizi interni invece che a quelli esteri, per evitare imbarazzi negli altri Paesi, nonostante la sua brillante formazione nell’accademia di San Pietroburgo. Dopo che Vladimir Putin è diventato direttore del FSB, l’ultimo suo incarico di spicco nell’apparato di sicurezza statale prima di assumere l’incarico di premier da cui poi ha lanciato la sua corsa alla successione di Boris Eltsin, il futuro presidente della Russia avrebbe distrutto ogni prova e documento che testimoniasse la sua pedofilia. Litvinenko , al di là delle accuse di pedofilia, ha citato il caso Skuratov come prova della scalata al potere di Putin avvenuta grazie all’appoggio dell’apparato di sicurezza di Mosca. Skuratov era il procuratore generale della Russia, carica simile al nostro ministro della Giustizia, e si era profilato come il più feroce oppositore della vasta corruzione della presidenza Eltsin. La sua carriera politica era stata fermata proprio dal video in cui era ritratto con due prostitute, un filmato che sarebbe stato organizzato dagli apparati dello Stato per costringere alle dimissioni l’avversario di Eltsin. La Russia ha definito propaganda occidentale e uno scherzo il rapporto britannico della commissione guidata da Robert Owen.

SERGEY SACHARAV TORTURE

Il clima ostile che si respira nei confronti di chi critica il potere in Russia e Vladimir Putin è testimoniato anche da un episodio successo nelle Repubbliche secessioniste del Donbass, l’Ucraina orientale abitata in maggioranza da persone che parlano il russo. Sergey Sacharov, racconta lui stesso a Bild Zeitung, è stato torturato per ben 6 settimane per aver fatto due sculture che prendevano in giro le milizie separatiste supportate dai soldati russi. Sacharov è un artista ucraino di Donetsk, la più grande città dell’Ucraina orientale, dove è stata costituita una Repubblica popolare al momento riconosciuta dalla sola Russia. Nella primavera del 2014, quando è scoppiata la ribellione contro Kiev diventata filo UE e filo Nato, Sergey Sacharov aveva realizzato due ritratti in legno che prendevano in giro i separatisti e i soldati russi. Al giornale tedesco l’artista ucraino spiega di esser stato sequestrato da agenti dei servizi segreti di Mosca FSB, l’agenzia che ha preso il posto del KGB sovietico, e di aver subito violenze e torture per circa 6 settimane, prima di esser liberato con un’ammissione di colpevolezza sulla sua propaganda anti Mosca da lui stesso firmata per poter uscire dalla prigione. Sacharov si è trasferito a Kiev, e in questi giorni le sue opere d’arte sono esposte a Berlino.

Photo credit: Pier Marco Tacca/Getty Images

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