Vittorio Sgarbi: «Sarò il prossimo premier. Fondo il partito della Bellezza, tra Grillo e Trump»

14/11/2016 di Redazione

Vittorio Sgarbi vuole lanciare un nuovo partito, che diventi la principale forza del centrodestra. La formazione politica dell’ex sottosegretario di Stato si chiamerà partito della Bellezza, e concorrerà alle prossime elezioni politiche con una linea tra Trump e Grillo. Vittorio Sgarbi è convinto che grazie alla debolezza del centrodestra tradizionale otterrà così i voti per diventare presidente del Consiglio.

VITTORIO SGARBI CANDIDATO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Da diverso tempo Vittorio Sgarbi è diventato uno dei personaggi più popolari di Facebook. La sua pagina conta oltre un milione di iscritti, e molti suoi post diventano facilmente virali. Il critico d’arte,  che ha lungo passato in politica, ha preannunciato al Giorno/Quotidiano nazionale la sua intenzione di candidarsi come presidente del Consiglio con una formazione alternativa di centrodestra, tra Trump e Grillo.

Farò un partito della bellezza – e rispetto alla merda che c’è in giro ho chance. Io sono un po’ grillino e un po’ trumpino, ma più colto. Quindi, è fatta. Mica sono pazzo (sull’alleanza con Forza Italia). Io corro da solo. Non voglio zavorre. Ormai la logica che impera è quella del neo proporzionalismo. Dopo il referendum ci saranno almeno cinque o sei contendenti per fare il premier. Il bipolarismo è finito: l’ha capito pure Berlusconi. E ciò che ha detto a Firenze Salvini lo dimostra


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VITTORIO SGARBI E LA CRISI DEL CENTRODESTRA

L’intervista al Giorno è dedicata in particolare alla crisi del centrodestra, di cui Sgarbi è stato in passato importante esponente. Per il critico d’arte la scissione tra le due anime, quella minoritaria di Salvini e l’altra altrettanto minoritaria dedicata alla commemorazione di Berlusconi, c’è già stata.

Salvini è leader della sola Lega con al massimo l’apporto dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, e di Giovanni Toti. Da una parte c’è la Forza Italia fossile di Renato Brunetta, Maurizio Gasparri, Maria stella Gelmini che resta viva commemorando Berlusconi, dall’altra quella salita sul carro di Salvini

Sgarbi rimarca come ormai Berlusconi abbia preferito Parisi e Toti, ma difficilmente una Forza Italia così divisa sarà in grado di superare il 10%. La spaccatura del centrodestra rende dunque assai competitiva la nuova formazione del critico d’arte, almeno a suo vedere.

VITTORIO SGARBI E IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Secondo Sgarbi il referendum costituzionale sarà comunque vinto politicamente da Renzi, a cui basta superare il 30% dei voti per rimanere alla guida del PD. Dopo la consultazione i principali partiti si disgregheranno, e ci sarà una competizione tra più candidati presidenti del Consiglio che favorirà proprio Vittorio Sgarbi.

Renzi perde solo se va sotto il 30% al referendum. Se arriva al 35 si salverà, se raggiunge il 40 ha vinto comunque. Quelli del No, al massimo arriveranno al 30% (vedi Grillo), ma nessuno andrà oltre. Il premier, invece, col suo partito, e neanche completo, supererà ciò che le singole componenti del No riusciranno ad ottenere».
Morale?
Chi corre da solo vince. E io sarò premier

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