Virginia Raggi su piazza Indipendenza: «Il Comune ha fatto tutto quello che doveva, il resto compete al governo»

27/08/2017 di Redazione

La sindaca di Roma Virginia Raggi interviene nella polemica seguita agli scontri di giovedì scorso in piazza Indipendenza, dopo lo sgombero di uno stabile occupato da rifugiati in via Curtatone. «Non c’è neanche un aspetto su cui siamo stati inadempienti» ribatte la Raggi ai tanti che hanno accusato il Comune di essersi completamente lavato le mani. «La politica migratoria è tema governativo», spiega la sindaca, facendo eco a Di Maio che – difendendo l’operato della polizia – ha commentato che «Raggi si deve occupare prima dei romani». Intervistata da la Stampa, la sindaca ha puntato il dito anche contro la Regione: «Nei mesi scorsi più volte i nostri operatori, lasciati soli dalla Regione Lazio, hanno tentato di entrare nel palazzo: ci sono numerosi documenti a certificarlo».

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Con il ministro Minniti ci sono buoni rapporti e ci sentiamo: lo scorso 26 giugno abbiamo dato vita a una cabina di regia sul tema immigrazione. Lo sgombero del palazzo di via Curtatone è strettamente legato al tema dell’accoglienza. Per trovare soluzioni sul lungo periodo vanno affrontate le cause. Io rifiuto la logica dell’emergenza perenne perché porta a soluzioni provvisorie e lascia il problema a chi viene dopo. Non mi interessano le polemiche. Il Comune ha compiuto il proprio dovere e offerto assistenza a tutti coloro che ne hanno diritto, 107 persone – bambini, madri, disabili, anziani non autosufficienti – alle quali i nostri operatori dei servizi sociali hanno garantito ogni tipo di aiuto, tutti i giorni, in strada e nella struttura.

VIRGINIA RAGGI: «SE MANCAVA UN CENSIMENTO DELLO STABILE DI VIA CURTATONE È ANCHE COLPA DELLA REGIONE»

Lo stabile di via Curtatone occupato da rifugiati e sgombrato giovedì scorso dalla polizia non era censito. Significa che non si sapeva con chiarezza quante persone abitassero lì dentro, né se tra loro – come poi è emerso al momento degli scontri di piazza Indipendenza – ci fossero bambini. Anche di questo è stato accusato il Comune guidato da Virginia Raggi. Ma lei ribatte: «Non ci facevano entrare e la Regione ha lasciato solo il Comune».

Nei mesi scorsi più volte i nostri operatori, lasciati soli dalla Regione Lazio, hanno tentato di entrare nel palazzo: ci sono numerosi documenti a certificarlo. Sono stati respinti all’ingresso da una parte degli stessi occupanti. C’era qualcuno che non voleva che entrassimo, che vedessimo in che condizioni molte persone fossero tenute: ammassate in stanze per la quali sembrerebbe pagassero anche una sorta di affitto o, meglio, pizzo. Quel palazzo è occupato dal 2013 e ci sono inchieste che hanno rilevato traffici sospetti. Abbiamo più volte sottolineato che non ci veniva permesso di entrare. Su migranti e accoglienza abbiamo già visto che si concentrano spesso le attenzioni della malavita. È un capitolo importante di Mafia Capitale. Noi non ci lasciamo intimorire da chi usa i più deboli per i propri affari illeciti.

VIRGINIA RAGGI: «ABBIAMO SAPUTO DELLO SGOMBERO SOLO IL GIORNO PRIMA»

Virginia Raggi spiega a La Stampa che il Comune è stato informato dalla Prefettura dello sgombero dello stabile di via Curtatone solo alle 12 del giorno prima, anche se «negli scorsi mesi abbiamo partecipato con pieno spirito collaborativo ai tavoli con Prefettura e Questura nel corso dei quali si pianificano gli sgomberi, ma non è il Comune a decidere quando effettuarli». Il Comune di Roma è stato criticato anche per non aver assistito i rifugiati sgombrati. La denuncia è arrivata primo fra tutti dall’Unicef. Accuse che Virginia Raggi respinge con forza: «In piazza c’erano i nostri operatori che hanno assistito centinaia di persone. Le risposte le dobbiamo a chi è in difficoltà, senza vetrine mediatiche, evitando speculazioni politiche sulle persone più fragili».

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VIRGINIA RAGGI: «DI MAIO HA RAGIONE, DEVO OCCUPARMI PRIMA DEI ROMANI»

L’intervista sul finale tocca anche le polemiche esplose all’interno del Movimento 5 Stelle dopo i fatti di piazza Indipendenza: il vicepresidente della Camera ha difeso l’operato della polizia e commentato che «Virginia Raggi deve occuparsi prima dei romani». Diversa la posizione di Roberto Fico, anche se per la sindaca la loro contrapposizione è solo un’invenzione mediatica. Le parole di Di Maio comunque lei le condivide:

Luigi ha detto cose di buon senso. Un sindaco deve occuparsi dei suoi cittadini. Sull’accoglienza gli amministratori hanno compiti precisi, ma la politica migratoria è tema governativo. Io chiedo di rivederla, coinvolgendo di più i sindaci che possono dare suggerimenti operativi, in quando impegnati ogni giorno in prima linea. L’Anci dovrebbe farsi sentire di più e ascoltare di più i suoi membri. Occorre maggiore sinergia tra tutti i livelli istituzionali.

Foto copertina: Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire

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