Beppe Grillo da fiducia a Virginia Raggi ma nel Movimento cresce il fronte contro Paola Muraro

05/08/2016 di Redazione

Ieri Beppe Grillo ha difeso la sindaca Virginia Raggi sul blog. Ma, come spiega un retroscena del Corriere della Sera, le cose rischiano di mettersi male con la giunta a 5 stelle. C’è una deadline, impostata per non rimpiazzare, per ora, l’assessore all’Ambiente Paola Muraro. Le chiamate con Buzzi, indicato come ras del sistema di Mafia Capitale spostano questa però “data di scadenza” avvicinandola sempre più. Spiega Menicucci:

Doveva essere una difesa d’ufficio, o magari tregua armata. O, ancora, una fiducia a tempo. Ma poi, di fronte alle ultime indiscrezioni che riguardano l’inchiesta sui rifiuti, e le telefonate tra l’assessore Paola Muraro — all’epoca consulente di Ama — e Salvatore Buzzi, il ras di Mafia Capitale, socio del terrorista dei Nar Massimo Carminati, il quadro potrebbe drasticamente cambiare. E quella deadline, fissata indicativamente per la metà di settembre, quando si chiarirà maggiormente il quadro investigativo dei magistrati di piazzale Clodio, potrebbe anche essere anticipata. Di certo, giorno dopo giorno, la situazione «politica» della Muraro pare complicarsi anche perché — giorno dopo giorno — emerge un altro «pezzetto» del suo passato. Tanto che ora, tra gli attivisti M5S, più di qualcuno si chiede: «Ma perché non è stata fatta una votazione online per la scelta degli assessori e in particolare della Muraro?». Sottinteso: se si fosse saputo che era stata consulente di Ama magari non sarebbe stata votata dalla «Rete».

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Nel post di Grillo sono i giornalisti a inventare i processi. Ma i malumori dentro il Movimento aumentano:

E riguardano due fronti. Il primo è legato agli eventuali sviluppi giudiziari sulla Muraro: non risulta iscritta nel registro degli indagati ma la sensazione è che i pm stiano facendo un lavoro certosino sul suo passato, come dimostrano gli sviluppi dell’inchiesta che vanno verso i suoi presunti link con Manlio Cerroni, il «re di Malagrotta». Raggi l’ha «blindata» («Fiducia in lei? Direi di sì») ma si fa strada anche un’altra scuola di pensiero: togliere la Muraro dalla giunta prima di essere costretti a farlo in caso di iscrizione sul registro degli indagati. E l’ultimo tassello, i contatti con Buzzi, potrebbero spingere in questa direzione.
L’altro problema è il rimando ad una paura «atavica» dei Cinque Stelle: il rischio di «infiltrati» nel Movimento. È quel timore in base al quale tutti gli iscritti devono dichiarare di «non fare parte di logge massoniche» o di non avere in tasca tessere di partiti. Ma nella base le nomine di Raffaele Marra a vicecapo di gabinetto,quella imminente di Salvatore Romeo a capo segreteria della sindaca e quella della Muraro, hanno fatto suonare più di qualche campanello d’allarme. «Sono tutti legati ad Alemanno», dicono alcuni attivisti lasciando intendere che possano aver fatto parte di quella destra passata dal Msi ad An.

(in copertina foto ANSA/CLAUDIO PERI)

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