I numeri sulle violenze sessuali compiute da stranieri, dopo il dibattito scatenato dallo stupro di Rimini

30/08/2017 di Redazione

Lo stupro di Rimini – vittime una coppia di turisti polacchi e una trans peruviana e possibili responsabili, ancora a piede libero, quattro maghrebini – sta infiammando il dibattito sulle violenze sessuali compiute da stranieri in Italia. Parte dell’opinione pubblica, emotivamente turbata da un episodio che ha sconvolto per la sua brutalità, ha colto l’occasione per scagliarsi contro i migranti e chi li difende, una su tutti Laura Boldrini, colpevole – per chi la critica – di non aver tempestivamente censurato quanto accaduto al bagno 130 di Miramare.

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Il dibattito – che ha toccato punti piuttosto bassi, con l’augurio di analoghe violenze alla presidente della Camera e “alle donne Pd” – è stata l’occasione per ripubblicare i dati sulle violenze sessuali compiute da stranieri, che erano stati diffusi lo scorso autunno dall’istituto di indagini statistiche Demoskopika. Lo studio ha preso in analisi le tabelle del Viminale nel quinquennio 2010-2014, in cui rientrano gli episodi di violenza segnalati alle forze dell’ordine. Ebbene le percentuali parlano del 39% delle violenze sessuali commesse da stranieri e del 61% ad opera di italiani, su un totale di 22.864 casi di stupro nel quinquennio. Diversa la proporzione delle vittime: il 70% sono italiane, il 30% straniere.

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L’ANALISI SULLE VIOLENZE SESSUALI: TRA IL 2010 E IL 2014 4 SU 10 COMPIUTE DA STRANIERI

«Le statistiche criminali, anche se incomplete e in ritardo, ci dicono che quasi 4 stupri su 10 sono commessi da stranieri» – ha scritto lunedì il Giornale, ripubblicando i dati sulle violenze sessuali elaborati da Demoskopika. «Tanti, tantissimi, ancora di più se si pensa che i non italiani rappresentano solo l’8 per cento della popolazione. Inutile voltarsi dall’altra parte e fingere di non vedere: la realtà è lì con tutto il suo peso a travolgere facili teorie buoniste, ingenue come le favole. Non si tratta di un atto d’accusa, ma di riflettere su un Paese che si sta slabbrando per tante ragioni, non ultima un’immigrazione senza griglie e controlli che sta regalando frutti avvelenati».

IL VIMINALE: «LE VIOLENZE SESSUALI COMPIUTE DA STRANIERI SONO DIMINUITE NEL 2017»

Il Viminale si è affrettato a correggere il tiro, diffondendo i dati sulle violenze sessuali denunciate nei primi sette mesi del 2017: questo periodo, rispetto a quello analogo del 2016, vede in leggera diminuzione le denunce per stupro, in lievissimo calo quelli compiuti da stranieri e invece in aumento quelli di cui sono responsabili italiani. L’AdnKronos riporta i numeri diffusi dal ministero dell’Interno: «Le segnalazioni, riferite ai nostri connazionali denunciati o arrestati per delitti commessi nel nostro Paese, sono 1534 nei primi sette mesi di quest’anno contro i 1474 dello stesso periodo del 2016. Mentre le violenze che vedono sotto accusa gli stranieri sono in leggero calo: 904 da gennaio a luglio di quest’anno contro le 909 dello stesso periodo dell’anno scorso. Dagli ultimi dati risulta, comunque, che il numero complessivo delle violenze sessuali dall’inizio di quest’anno a luglio è diminuito. Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2017 sono state 2333, contro le 2345 denunciate nello stesso periodo dell’anno scorso».

Le proporzioni restano all’incirca quelle elaborate da Demoskopika: da gennaio a luglio 2017 le persone straniere denunciate per violenza sessuale in Italia sono circa il 37% del totale dei denunciati, contro il 63% degli italiani. Lo scorso anno la percentuale dei connazionali era inferiore di poco più di un punto percentuale.

LE DENUNCE PER VIOLENZE SESSUALI SONO SOLO LA PUNTA DI UN ICEBERG SOMMERSO

I numeri sulle denunce non restituiscono purtroppo il quadro reale dei casi di violenze sessuali. Ancor meno lo fanno quelli sugli iter giudiziari, dal momento che – essendo lo stupro un reato perseguibile a querela di parte (eccetto che nel caso di vittime minorenni) – la denuncia non basta: la vittima potrebbe scegliere comunque di non sporgere querela o di ritirarla. Perché succede? Lo abbiamo chiesto alla presidente del Telefono Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, che punta il dito contro «la lungaggine dei giudici», che in Italia costituisce «un grosso handicap» per le donne che hanno subito violenza e vogliono sporgere querela. Ma non è solo questo, spiega la presidente: «Le donne vengono da noi, s’informano, ma spesso non denunciano, anche in caso di stupro, perché si mettono in un iter pesantissimo, che sanno quando inizia e non sanno quando finisce e debbono – ogni volta che c’è il processo – rientrare nel dramma che hanno vissuto».

Il sommerso è difficile da quantificare con precisione, il Telefono Rosa sta rielaborando i dati sulle segnalazioni a loro arrivate, che verranno diffusi nei mesi prossimi. Difficile anche stabilire quante di quelle violenze sessuali mai denunciate abbiano come responsabili italiani e stranieri. Per Maria Gabriella Cernieri Moscatelli la nazionalità dell’autore del crimine non incide sulla decisione di una donna di sporgere o meno querela: «Alla donna che viene da noi e parla, credo non importi nulla se lo stupratore sia italiano o straniero. Quello che influisce è solo quanto lei è decisa a denunciare e a intraprendere un percorso difficile e lunghissimo».

Foto copertina: ANSA

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