Vincenzo Nibali lascia Twitter per le troppe critiche dopo la squalifica alla Vuelta

Vincenzo Nibali

al centro delle polemiche: il ciclista messinese è ancora nell’occhio del ciclone per la sua squalifica alla Vuelta spagnola, decisa dai giudici dopo che lo “Squalo” si era fatto trainare dall’auto ammiraglia dopo una caduta durante la seconda tappa della gara spagnola. Nibali è stato al centro della bufera anche sui social network, tanto che ha deciso di cancellare il proprio profilo Twitter a causa delle pesanti critiche – e anche degli insulti – che gli sono piovuti addosso dagli utenti. Il suo ultimo tweet invitava tutti i suoi follower a leggere quanto aveva scritto sul proprio profilo Facebook qualche ora dopo l’espulsione dalla Vuelta.

vincenzo nibali twitter
EPA/Javier Lizon – ANSA

«MI SAREI ASPETTATO UNA MULTA SALATA» –

«Uno sbaglio che mi è costato caro»: così Nibali ha definito sul suo profilo Facebook quella «trainata di 150 metri» che non è passata inosservata ai giudici:

Per quello che è successo oggi chiedo veramente a tutti le scuse pubbliche, per chiunque sia indignato o vergognato per me! […]  La bici il ciclismo è passione, amore , giornate lontano dalla famiglia con allenamenti estenuanti, sacrifici troppi che iniziano già all’età di 16 anni circa!! Quello che è successo oggi alla Vuelta succede in ogni gara ciò non deve dimostrare che non è sbagliato e devo restare impunito!!! La giusta punizione da scontare la dettano i giudici. Un anno andato male per mille motivi arrivo alla Vuelta con la voglia di riscatto da una stagione infame , mi ritrovo alla prima tappa scusando l’espressione con il culo per terra , ti rialzi aiutato da un compagno sperando di non esserti fatto male,ti guardi le ferite lasciate addosso dall’asfalto rovente e cerchi la tua bici che andata distrutta , panico e caos nel gruppo, tardo a partire …tanto… Troppo al punto che quando risalgo sulla mia bici ho un ritardo di 1:20 , mi fiondo all’inseguimento senza paura, senza acqua da solo, piano piano guadagno terreno e trovo i miei compagni che mi aspettano lunga la strada , a testa che pensa che devo andare e devo rimanere davanti in corsa per quelle persone che mi guardano, per quelle che mi amano, per mia moglie, mia figlia e per quelli che si staranno domandando come sto , vado avanti per far vedere che non mi sono fatto niente , fino a quello sbaglio che mi costa caro una trainata di 150 metri di cui molti sono pronti a gettare del fango , (è rientrato per che si è attaccato)nessuno sottolinea che è caduto è stato attaccato, è da solo all’inseguimento contro 18 corridori che spingono a tutta davanti!! no signori nel ciclismo la corsa è corsa nessuno ti aspetta!! […] Alla fine tutto avrei pensato una multa salata da pagare ed una penalizzazione come si usa fare per restare fuori classifica!!!

 

«NON SONO UN MOSTRO» –

Ma, nonostante le scuse, le polemiche sono continuate. Tanto che il campione si era sfogato in un’intervista per la Gazzetta dello Sport, appena prima di abbandonare Twitter:

Va bene, ho sbagliato e ho pagato. Però non mi sta bene essere trattato come se fossi un mostro, perché non lo sono. Mi pare che contro di me ci sia stata troppa cattiveria, non so se figlia dell’invidia o cosa. Su internet c’è persino chi ha messo il fatto come una delle cinque cose più brutte mai viste nel ciclismo. Ma dai!”

(Photocredit copertina: David Stockman/Belga via ZUMA Press – ANSA)

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