«Via col Vento» e la vera storia di «Francamente me ne infischio»

La famosa frase di Via col Vento era a rischio di censura e così la produzione esplorò le possibili alternative, che fortunatamente non servirono.

VIA COL VENTO

FRANCAMENTE ME NE INFISCHIO – È una della battute più famose della storia del cinema quel «Francamente me ne infischio» (originale inglese “Frankly, my dear, I don’t give a damn”) con il quale alla fine del film Rhett Butler (Clark Gable) si congeda da Scarlett O’Hara (Vivien Leigh), ma poteva essere molto diversa, perché erano pur sempre gli anni ’30, negli Stati Uniti la censura moraleggiava parecchio e la pellicola era del genere a rischio, essendoci almeno una prostituta, una gravidanza dolorosa, un’amputazione e la violenza della battaglia, tutte cose destinate ad attirare l’attenzione dei censori.

LEGGI ANCHE: Le 15 battute finali più belle della storia del cinemaFoto

VIA COL VENTO DELLA CENSURA – Così il produttore del film David O. Selznick e il suo story editor Val Lewton lavorarono di cesello per limare le parole e le espressioni che potevano peggiorare la situazione e per la famosa battuta si prepararono una lista di possibili alternative nel caso fosse caduta sotto le forbici della censura. La pagina riprodotta qui sopra viene dal materiale di una mostra dedicata alla leggendaria pellicola e  realizzata presso l’Harry Ransom Center  della University of Texas . L’elenco al quale sembrano aver contribuito in parecchi non entusiasma, c’è giusto il «Frankly my dear, I don’t give a straw», una maniera elegante di dire la stessa cosa senza usare il «damn» che insieme a «hell», pronunciata in altre parti del film, rappresentava uno scoglio linguistico non meno pericoloso dell’uso della parola «nigger».

 

Share this article