Il sito che vende una “felpa insanguinata” in ricordo di una sparatoria all’Università

Una felpa dal sapore “vintage” con il logo di un’università americana, come se ne ne vendono a migliaia sul web. Ma quella venduta da Urban Outfitters, brand statunitense di abbigliamento diffuso in anche in parecchi paesi europei, non è una felpa come tutte le altre. Il logo, infatti, è quello della Kent State University, l’ateneo che il 4 maggio 1970 vide la morte di quattro studenti, uccisi per mano degli uomini della Guardia Nazionale mentre protestavano contro l’invasione statunitense della Cambogia. E, proprio in memoria di quel tragico evento, a quella felpa dal sapore vintage gli stilisti di Urban Outfitters hanno pensato di bene di aggiungerci delle inequivocabili macchie di sangue. Costo del capo di abbigliamento: 129 dollari.

Foto:  Urban Outfitters via Gawker.com
Foto: Urban Outfitters via Gawker.com

«NON VOLEVA ESSERE SANGUE, MA UN EFFETTO VINTAGE» – Com’era prevedibile, il capo in vendita sul sito di Urban Outfitters ha attirato presto l’attenzione e, su Gawker, Aleksander Chan ha definito la trovata come «uno stridente sfoggio di cattivo gusto». In questo momento l’articolo non è già più presente sul sito, ma pare che per alcune ore sia andato quasi sold-out ad eccezione di un ultimo esemplare, che sarebbe rimasto in vendita con tanto di didascalia: «Ne abbiamo solo una, compratela o rimpiangetela». Dopo l’ondata di commenti negativi, Urban Outfitters ha deciso di ritirare la felpa, diffondendo un comunicato di scuse in cui si spiegava che quelle macchie non volevano ricordare il sangue, ma simulare «un effetto vintage e sdrucito» ottenuto attraverso una «finta sbiaditura del colore». «Siamo molto dispiaciuti – conclude il comunicato – che il nostro capo sia stato percepito in modo negativo». Alcune unità della “felpa insanguinata”, comunque, sarebbero già finiti all’asta su eBay, con un’offerta di base che superebbe già i 500 dollari e una descrizione: «Perfetta per Halloween o per quello che ti serve».

 

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4 MAGGIO 1970: LA SPARATORIA ALLA KENT STATE UNIVERSITY – La sparatoria della Kent State University resta ancora oggi una delle pagine più nere della storia americana del secondo dopoguerra: nei primi giorni del maggio 1970, l’ateneo dell’Ohio era diventato il teatro di proteste e manifestazioni studentesche, in opposizione alla decisione del presidente Nixon di avviare l’intervento armato in Cambogia. In seguito ad alcune agitazioni nella città di Kent, il 3 maggio arrivò sul posto la Guardia Nazionale, che occupò il campus universitario vietando ogni tipo di raduni. Nonostante il divieto, l’indomani circa 3.000 studenti si riunirono in una manifestazione di protesta, che degenerò in scontri con i militari i quali, a un certo punto, aprirono il fuoco sulla folla. Ci furono quattro morti e nove feriti. John Filo, fotografo dell’Associated Press, immortalò il momento in cui una delle manifestanti, Mary Vecchio, piange accanto al corpo esanime di Jeffrey Miller. Quell’immagine divenne il simbolo della tragedia, e vinse il Premio Pulitzer per poi restare, indelebile, nella memoria di milioni di americani e di persone in tutto il mondo.

Foto: LaPresse/AP Photo/John Filo, File
Foto: LaPresse/AP Photo/John Filo, File

«OLTRE IL CATTIVO GUSTO» – Anche la Kent State University è intervenuta nella questione della “felpa insanguinata” di Urban Outfitters: il Washington Post riporta una mail ufficiale dell’ateneo, che si dice «indignata da un’azienda che usa il dolore di una comunità per farsi pubblicità e profitto». «Questo articolo va oltre il cattivo gusto, e banalizza la perdite delle vite che ancora oggi addolorano la comunità della Kent State – si legge ancora nel comunicato – Invitiamo i vertici aziendali e tutti coloro che hanno lavorato a quel capo a visitare il nostro Centro Visitatori 4 Maggio, per avere la giusta prospettiva di quanto è accaduto 44 anni fa e farne tesoro per il futuro».

(Photocredit copertina: Urban Outfitters via Gawker.com)

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