Nozze civili nello sgabuzzino: condannato il comune di Stezzano

30/12/2016 di Redazione

Il Comune non può celebrare le unioni civili tra faldoni e scrivanie ma nella sala degli affreschi come avviene per tanti altri eventi. Il Tar di Brescia ha condannato il Comune di Stezzano, nella Bergamasca, alle spese di circa 6 mila euro per una coppia che ha fatto ricorso.

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UNIONI CIVILI STEZZANO CONDANNATA

La storia la racconta il Corriere della Sera:

Il caso è scoppiato un paio di mesi fa quando due uomini, conviventi e residenti da anni a Stezzano, si sono rivolti ai giudici amministrativi per poter utilizzare la sala comunale dei matrimoni per la celebrazione della propria unione civile. Qualche giorno prima, uno dei due era andato in municipio per sapere quali documenti servissero per la cerimonia. In quell’occasione aveva saputo da un’impiegata che la giunta aveva da poco firmato una delibera per disporre che le unioni civili fossero celebrate in una sala adiacente all’anagrafe. Una stanza angusta e indecorosa, secondo l’uomo. Uno sgabuzzino diverso dalla sala di rappresentanza riservata ai matrimoni civili. Così la coppia ha chiesto e ottenuto l’annullamento della delibera.

Questo perché per il Tar «le disposizioni che si riferiscono al matrimonio, ovunque ricorrono nelle leggi e negli atti amministrativi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile». Niente differenze. Il sindaco leghista di Stezzano, Elena Poma contattata a più riprese, ma non ha mai risposto al giornale. Poma – secondo quanto riporta il Corriere – ha in passato difeso la scelta di celebrare le unioni civili in un ufficio e non nella sala per i matrimoni.

(Foto da archivio Ansa)

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