Unioni Civili | Cosa succede se un sindaco non vuole celebrarle

11/05/2016 di Redazione

Cosa succede se, come ha detto Alfio Marchini, candidato sindaco alle elezioni Comunali 2016, se eletto sindaco si rifiutasse di celebrare le unioni civili opponendo motivazioni di coscienza? Succederebbe molto, a dire la verità: ovvero il sindaco stesso decadrebbe immediatamente dalla carica e arriverebbe un commissario prefettizio. Ci sono molti modi che un amministratore può usare per evitare di celebrare un’unione civile a cui si oppone – ad esempio, come in tutte le amministrazioni, delegare un altro esponente per la celebrazione delle unioni civili.

UNIONI CIVILI | COSA SUCCEDE SE UN SINDACO NON VUOLE CELEBRARLE

Ma se il sindaco, per qualche motivo, si rifiutasse categoricamente di avere nel comune da lui amministrato dei cittadini in unione civile, scatterebbe il reato di omissione in atti di ufficio. Con buona pace del candidato sindaco dei moderati a Roma.

La legge non ammette obiezione di coscienza, come forse avrebbe voluto il candidato sindaco a Roma Alfio Marchini, sostenuto anche da Forza Italia. Nella nuova legge, infatti, il sindaco è obbligato a celebrare le unioni civili o, in subordine, a delegare qualcuno per suo conto come succede anche per i matrimoni in comuni grandi come Roma o Milano. Se ci si rifiuta si incappa nel codice penale con il reato di omissioni in atti di ufficio, ma sopratutto si va incontro al commissariamento.

 

Questo perché la celebrazione dell’unione civile, stando alla legge, è effettuata dall’ufficiale dello stato civile e in questo senso, dunque, viene normalmente attratta la disciplina del matrimonio. Con tutto ciò che ne consegue anche in materia di sanzioni legali.

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La legge è molto chiara: se il primo cittadino non vuole che nel proprio comune vengano unite civilmente coppie omosessuali, in quel comune verrà inviato un commissario ad acta.

 

La situazione è stata spiegata anche dalla stessa Monica Cirinnà intervistata oggi da Repubblica.

Preoccupata? 
«E di cosa? Tanto le unioni civili le celebrerà il nuovo sindaco di Roma che sarà Roberto Giachettì. Nella Sala Rossa si diranno sì Paolo e Carlo e subito dopo Paolo e Giovanna. Nessuna discriminazione. Vorrei comunque ricordare a Marchini che quando ti proclamano sindaco giuri sulla Costituzione. Non puoi fare il sindaco fuorilegge. Esiste l`articolo 328 del codice penale sull`omissione degli atti d`ufficio. Se oggi le unioni civili diventeranno legge dello Stato, il primo cittadino di Roma sarà chiamato a celebrarle esattamente come i matrimoni».

 

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