Unioni Civili, Renzi non fa retromarcia: sì solo a piccole modifiche

01/02/2016 di Redazione

Sulle unioni civili Matteo Renzi non ha alcuna intenzione di fare passi indietro, anche dopo la manifestazione di sabato al Circo Massimo che ha chiesto al governo di bloccare il ddl Cirinnà. L’appello del Family Day sembra essere caduto nel vuoto e non aver generato dubbi nel premier o nel ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che ha la supervisione dell’iter della legge (che questa settimana comincia ad essere votata al Senato).

 

Unioni Civili, Ruini: «Un compromesso è possibile»

 

UNIONI CIVILI, RENZI TIRA DRITTO: «SÌ ALLA STEPCHILD ADOPTION»

La linea del governo, dunque, non cambia: non ci sarà uno stralcio della stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner, il punto più controverso del disegno di legge. Il Pd dirà sì solo ad alcuni emendamenti che chieriscono rimandi della proposta Cirinnà all’istituto del matrimonio. Spiega oggi Il Corriere della Sera:

La linea non muta. E Renzi, nella sua veste di segretario del Partito democratico, lo conferma ai suoi al Senato: «La politica deve assumersi la responsabilità di decidere». Questo significa che non vi sarà nessuno stralcio della «stepchild adoption», come pure viene ancora chiesto da una parte della maggioranza. Gli unici emendamenti che avranno il parere favorevole del Pd saranno quelli che chiariscono rimandi della proposta Cirinnà al codice civile che riguarda l’istituto del matrimonio.
L’obiettivo è quello di evitare che la Corte costituzionale possa sollevare delle obiezioni sulla normativa. Un suggerimento in questo senso, del resto, era stato dato già tempo fa, in maniera informale, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Quanto alla libertà di coscienza, ovviamente, non verrà data sull’intera legge. Non è mai stata intenzione del premier lasciare che il gruppo votasse in ordine sparso sul normativa. La libertà di coscienza, quindi, verrà data solo su alcuni punti ben precisi. Primo tra tutti, ovviamente, quello che riguarda le «stepchild adoption» su cui, come è noto, si registra la massima divergenza.

Anche Il Messaggero spiega che Renzi è disponibile sulle unioni civili solo a piccole modifiche, ma non a cestinare articoli o provvedimento. Il presdiente del Consiglio avrebbe ottenuto dai senatori del suo partito, compresi coloro che contestano parte del ddl Cirinnà, la promessa di votare a favore della costituzionalità del provvedimento e a non firmare richieste di voto segreto. Scrive Marco Conti:

I numeri della piazza, due milioni o trecentomila, nulla influiscono, per il presidente del Consiglio, «sul rispetto che si deve alle ragioni di chi manifesta». La stessa attenzione che in queste ultime settimane ha voluto ci fosse per le ragioni di quella parte del Pd che sulla stepchild adoption è pronta a dire no. Rispetto, ricerca fino all’ultimo di una possibile intesa, ma per Renzi la legge va fatta. È per questo che al ministro Alfano ha lasciato il compito di incontrare Gandolfini, l’organizzatore del “Family day”, che al Parlamento non chiede modifiche ma di «respingere la legge in toto». Per Renzi si tratta di una richiesta «inaccettabile» perchè sull’argomento delle unioni civili l’Italia è stata più volte bacchettata dall’Europa in quanto unico Paese, tra i più importanti dell’Unione, a non avere una legislazione in materia. D’altra parte che il clima sia cambiato anche Oltretevere lo dimostra il silenzio di ieri di Papa Francesco che all’Angelus non ha speso una parola sulla manifestazione di ieri “colorata” dalla presenza di molti esponenti politici di opposizione ma non solo, e dalla presenza di un cospicuo numero di laici ai quali il Papa lascia il compito di svolgere un ruolo politico all’interno di istituzioni democratica dove il principio della maggioranza e del voto è sacrosanto.

(Foto da archivio Ansa. Credit: MICHAEL KAPPELER / DPA)

Share this article