L’ultimo ufficio che perseguita i criminali nazisti rischia di chiudere

A capo dell’Ufficio Centrale per l’investigazione sui crimini nazisti c’è Jens Rommel. Un incrocio di destini, già a partire dal cognome. Ma non c’è nessuna parentela con Erwin, il feldmaresciallo più famoso dell’esercito di Adolf Hitler. Jens gestisce un dicastero, piccolo e isolato, che ha sede a Ludwigsburg (nella Germania sud-occidentale) e che dal 1958 cerca di assicurare alla giustizia i criminali del Terzo Reich, quelli che si sono macchiati dei delitti più feroci. Ora, però, l’ufficio rischia di chiudere: oggi, il sospettato più giovane ha 90 anni e fa parte delle più basse gerarchie dell’apparato nazista. Inoltre, l’ufficio beneficia di 1,2 milioni di euro all’anno per svolgere quel che resta del suo lavoro: una cifra che, nella Germania sempre attenta ai conti e ai bilanci, potrebbe essere considerata uno spreco.

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UFFICIO CRIMINI NAZISTI, IL SUO FUTURO INCERTO

Inoltre, la forte spinta nazionalista di destra che sta attraversando la Germania e che, con ogni probabilità, verrà ulteriormente affermata alle prossime elezioni di settembre suggerisce un ridimensionamento di questo ufficio. Qualcuno – come ha sempre fatto – continua a sostenere che rappresenti una inutile estensione delle colpe della Germania per quanto avvenuto durante la seconda guerra mondiale. E allora, sembra che, per la sua esistenza, sia stata fissata una sorta di deadline per il 2025: alcuni governatori degli stati federali ritengono che sia la ragionevole data per mettere fine ai lavori dell’Ufficio Centrale.

Eppure, il ruolo di questa istituzione è cruciale, almeno dal punto di vista storico. Nella maggior parte delle sue investigazioni, infatti, l’Ufficio Centrale indaga su veri e propri cold-cases, i cui protagonisti non sono più in vita. Ma non per questo le loro responsabilità non possono essere consegnate agli archivi. Del resto, dall’inizio del XXI secolo, l’ufficio ha messo in piedi sei processi contro i criminali di guerra, ognuno dei quali era stato indicato dalla stampa come «l’ultimo» nei confronti dei nazisti. E ogni anno gli investigatori dell’Ufficio Centrale scoprono i nomi di circa 30 possibili responsabili di crimini ancora in vita.

UFFICIO CRIMINI NAZISTI, LA SUA ORIGINE

Insomma, la storia sembra avere ancora bisogno di questa istituzione, divisa in sei dipartimenti, ciascuno composto da un solo membro. Nonostante ciò, il lavoro dell’Ufficio Centrale è sempre stato al centro di critiche. Innanzitutto, subito dopo la seconda guerra mondiale, la tendenza in Germania era quella di dimenticare: criminali nazisti, membri di spicco dell’esercito e dell’amministrazione, furono perlopiù reintegrati nella società civile. Secondo lo storico Norbert Frei, il loro numero ammontava a 800mila unità. Una prima svolta, all’origine dell’istituzione dell’Ufficio Centrale, si ebbe nel 1958 quando la Germania capì di avere «gli assassini in casa»: quello che venne indicato come il processo di Ulm fece scoprire al mondo il caso di dieci ex poliziotti che furono accusati di aver collaborato all’uccisione di 5mila ebrei lituani. La stampa fece scoppiare la psicosi e la diretta conseguenza fu proprio l’istituzione, da parte del cancelliere Konrad Adenauer, dell’Ufficio Centrale per l’investigazione dei crimini nazisti.

UFFICIO CRIMINI NAZISTI, UNA NUOVA VITA

Un ruolo che, però, fino al 2007 è stato piuttosto simbolico. In quell’anno, tuttavia, una decisione della corte di giustizia tedesca, nei confronti di un collaboratore degli attentati dell’11 settembre (attraverso dei finanziamenti ai terroristi), dimostrò che era possibile perseguitare una persona anche se non era stata esecutrice materiale o direttamente coinvolta in crimini di guerra. Ciò fu esteso anche agli episodi legati al Terzo Reich. Da quel momento in poi, l’Ufficio Centrale trovò una nuova ragione d’esistere e fu molto attivo nell’individuare ex gerarchi nazisti in Sud America (anche se alle spedizioni degli investigatori nel continente non sono state risparmiate critiche dalla stampa per gli eccessivi costi che comportavano).

UFFICIO CRIMINI NAZISTI, LE ULTIME TESTIMONIANZE

Oggi, l’Ufficio – con vista sulla sua chiusura – continua il suo lavoro di meticolosa ricostruzione storica. Ma riceve anche molte lettere di protesta da parte di simpatizzanti neo-nazisti, sempre più diffusi in Germania e in Europa. Nonostante questo, porta avanti con molta professionalità tutto quello che resta da fare: «È una questione di onore e di responsabilità – dice Jens Rommel -: per evitare l’errore di molti miei compatrioti che hanno preferito guardare al futuro, piuttosto che nell’oscuro passato della Germania».

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