L’UE contro i divieti ad Airbnb e Uber, l’Europa dice sì alla sharing economy

01/06/2016 di Redazione

Sharing economy,

l’Unione Europea è contraria ai divieti imposti da alcuni Stati Membri ai nuovi servizi offerti dall’app per il trasporto Uber oppure il portale per gli affitti Airbnb. Secondo una bozza di un documento della Commissione vietare queste attività dovrebbe essere l’ultimo mezzo a cui ricorrono i governi per regolare i nuovi servizi di sharing economy.

SHARING ECONOMY DEFINIZIONE

Il sito dell’agenzia Reuters ha anticipato le nuove linee guida dell’Unione europea sul tema sharing economy. La Commissione ha rimarcato in un nuovo documento come le restrizioni ai nuovi servizi online debbano essere giustificate e proporzionate all’interesse pubblico. L’organismo di governo dell’UE rimarca come il divieto totale costituisca una misura a cui ricorrere solo alla fine e che dovrebbe essere adottata solo se e nei casi in cui non possano essere utilizzate misure meno restrittive. Una presa di posizione importante, che vuole frenare la lotta che in diversi Paesi UE è stata condotta contro questi nuovi servizi dell’economia digitale. La sharing economy prevede l’utilizzo di internet e di appositi portali oppure app per ottenere servizi a un minor costo rispetto a quelli disponibili su mercati più regolati.

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UBER

Per quanto riguarda Airbnb la Commissione rimarca come il divieto di affitto di appartamenti per un breve periodo appare difficile da giustificare. Sarebbe più appropriato porre un limite al numero massimo di giorni di affitto. Reuters evidenzia come le linee guida dell’UE rappresentino una buona notizia per aziende come Uber o Airbnb, che stanno subendo divieti o restrizioni severe in diverse città europee a causa delle azioni legali e delle proteste di numerose imprese che le accusano di concorrenza sleale. Nella cosiddetta sharing economy i clienti usano internet per contrattare servizi come il trasporto su gomma, al posto dei taxi, o la condivisione di appartamenti, che riducono la domanda per gli alberghi. Uber rimarca di essere non un’azienda che offre servizi di trasporto, ma solo un servizio digitale che connette i guidatori ai passeggeri, anche per non esser sottoposta a regole molto più severe sulle qualifiche dei conducenti, assicurazioni e così via. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea deciderà a fine anno se Uber debba essere considerata una compagnia di trasporti o un servizio digitale.

SHARING ECONOMY PROTESTE

Uber è stato oggetto di numerose proteste da parte delle associazioni dei tassisti, che hanno provocato a boicottarlo in modo talvolta violento. Anche in Italia ci son stati diversi casi di proteste severe contro l’app che permette di non utilizzare i taxi per ottenere un trasporto in macchina. Uber ha sospeso UberPOP in Belgio dopo che una sentenza della magistratura ne aveva ordinato la chiusura. Simile dinamica è successa anche a Milano, dopo un intervento del tribunale del lavoro. Airbnb è altresì soggetta a numerose proteste, in particolar modo esposte dai politici locali delle città più turistiche d’Europa, come Barcellona o Parigi. A Berlino il portale ha subito una delle restrizioni più severe mai registrate ai suoi servizi, con una normativa locale che imponeva il divieto di affitto di breve termine per il 95% di locatori.

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