L’Ue rinnova l’autorizzazione al glifosato. Greenpeace: «Regalo alle multinazionali»

27/11/2017 di Redazione

L’autorizzazione al glifosato è stata rinnovata oggi di altri cinque anni dai paesi dell’Ue, riuniti in Comitato d’appello. Secondo l’Ansa, a far pendere l’ago della bilancia in favore dell’erbicida ritenuto rischioso per la salute è stata la Germania, che con il suo voto positivo avrebbe spostato gli equilibri. 18 Paesi si sono espressi a favore, uno si è astenuto e 9 sono stati i contrari, tra cui l’Italia, dove il glifosato resta vietato.

«Il voto di oggi dimostra che quando tutti vogliamo, siamo in grado di condividere e accettare la responsabilità collettiva nel processo decisionale», ha detto il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukaitis. Nella riunione del 9 novembre scorso, invece, la Ue non era riuscita a esprimere una maggioranza qualificata. Romania, Bulgaria e Polonia, che oggi hanno votato a favore, si erano astenute, perché ritenevano che 5 anni fossero troppo pochi. La Germania, invece, voleva un’estensione di soli tre. Oltre all’Italia, contrari all’autorizzazione al glifosato anche Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lettonia, Cipro e Malta. Astenuto invece il Portogallo.

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L’ong Greenpeace è rimasta molto delusa dalla decisione dell’Ue di rinnovare l’autorizzazione al glifosato. «È un regalo alle multinazionali agrochimiche, a scapito di salute e ambiente. Bene comunque il voto contrario dell’Italia, che ha dimostrato nuovamente di dare priorità alla tutela delle persone, e non al fatturato di chi produce e commercia il glifosato», ha commentato Federica Ferrario, di Greenpeace Italia. «La proposta della Commissione Ue – ha proseguito Ferrario – è basata su una dubbia valutazione del rischio sul glifosato, che afferma che non vi sono prove sufficienti su un legame della sostanza al rischio di cancro, nonostante l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) lo abbia classificato come “probabilmente cancerogeno” per le persone». «Allo stato attuale – ha concluso Ferrario – nessuno può affermare con certezza che il glifosato sia sicuro, specie dopo le rivelazioni che stanno continuando a emergere grazie ai cosiddetti “Monsanto Papers” e lo scandalo del “copia-incolla”, relativo a parti del rapporto dell’EFSA sui rischi dell’uso del glifosato copiate dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione di Monsanto».

L’UE RINNOVA L’AUTORIZZAZIONE AL GLIFOSATO, MA IN ITALIA RESTA VIETATO

Nel dubbio, l’Italia ha scelto la prudenza: il glifosato è vietato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. È quanto ha stabilito un decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016, i cui effetti non verranno modificati dalla decisione dell’Unione europea, come sottolinea la Coldiretti. «L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione Europea e fare in modo che – sottolinea la Coldiretti – le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta». Per quanto, infatti, da noi l’erbicida sia vietato, esso è presente – come ha recentemente testimoniato un’inchiesta di Report – in buona parte del grano che importiamo dall’estero, soprattutto dal Canada.

 

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