Tutti i rischi del Global Warming

Gravi effetti sulle colture alimentari, biodiversità a rischio, malattie, spostamenti migratori, conflitti per l’accesso all’acqua, destabilizzazione degli Stati nazionali. Queste le conseguenze che rischiano di comportare, secondo gli esperti dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell’Onu, i cambiamenti climatici in atto. Fenomeni che già interessano «tutti i continenti e gli oceani» e che diventeranno sempre più gravi nel 21esimo secolo, ha avvertito l’Ipcc, nella seconda parte del quinto rapporto pubblicato presentato oggi a Yokohama, che servirà da base ai negoziati sul clima. Per l’Onu non basterà contenere l’incremento delle temperature, ma sarà necessario aumentare gli investimenti e le  risorse impiegate per proteggersi dai rischi, ricercando anche nuove forme di business. L’obiettivo sarà ridurre sprechi energetici ed emissioni, modificando i processi produttivi e industriali verso una maggiore sostenibilità ambientale.

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I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ATTO E I PERICOLI – Secondo quanto si legge nel rapporto, il mondo, in molti casi, è oggi «mal preparato contro i rischi del clima che cambia». «Ci sono opportunità di risposta adeguata anche se difficili da gestire con alti livelli di riscaldamento», si legge, secondo cui gli eventi meteorologici estremi metterebbero a serio rischio la biodiversità di piante e animali, porterebbero alla brusca riduzione dei raccolti agricoli, così come all’evoluzione di malattie, causando conflitti e migrazioni. «La probabilità di conseguenze gravi, estese ed irreversibili aumenta con l’intensificazione del riscaldamento», si spiega nel rapporto, che prevede costi per migliaia di miliardi di dollari all’ecosistema se non verranno posti limiti alle emissioni di gas a effetto serra. Tanto da lanciare un nuovo appello alla classe politica mondiale, affinché prenda i provvedimenti necessari per mitigare e allontanare i pericoli del global warming. L’Ipcc ha elaborato una mappa con le conseguenze del riscaldamento del clima regione per regione. In base alle previsioni, la temperatura globale salirà di 0.3-4.8 gradi Celsius in questo secolo, mentre il livello del mare si innalzerà tra i 26 e gli 82 centimetri entro il 2100. Un riscaldamento di circa 2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali potrebbe costare circa lo 0.2-2.0 % del Pil globale annuo. Senza dimenticare come le conseguenze si amplificheranno in modo quasi esponenziale con ogni grado di temperatura in più. Oltre i 4 gradi, le conseguenze potrebbero essere disastrose, con migrazioni di massa dalle zone divenute inabitali e conseguenti conflitti. Per contenere i rischi, l’Ipcc ha ribadito che la soluzione sarebbe una riduzione rilevante delle emissioni di gas serra.

TUTTO IL MONDO RISCHIA – Gli esperti hanno precisato come nessuna area del mondo sia al sicuro. Anche se gli eventi climatici estremi e l’aumento delle temperature associati al global warming hanno un impatto più evidente sulle zone e sulle popolazioni più povere del globo, considerate le risorse più scarse, «nessuno su questo pianeta sarà risparmiato dagli impatti dei mutamenti climatici», ha spiegato Rajendra Pachauri, presidente dell’Ipcc. Nonostante non manchi ancora chi tenta di sminuire e confutare il fenomeno, il Panel intergovernativo dell’Onu ha ricordato come il rapporto elaborato si basi su «evidenze scientifiche» e «su prove che dimostrano gli effetti sostanziali e l’impatto del cambiamento climatico in atto». E gli scenari potrebbero essere catastrofici nei prossimi decenni se non si fermerà il riscaldamento globale in atto, che ha già fatto registrare un aumento della temperatura di 0,8 gradi. Pochi giorni fa era stato il quotidiano britannico Guardian,a paventare i rischi: dai due miliardi in più di persone affamata, ai 187 milioni di profughi costretti ad abbandonare le proprie case per le inondazioni, al crollo del 2% sulla produzione di mais, riso e grano ogni decennio. Fino alla perdita del 9 % del Pil globale con l’aumento del livello del mare, il crollo della pesca dal 40 al 60%, l’aumento dei prezzi degli alimenti tra il 3 e l’84% da qui al 2050. E la riduzione dei raccolti del 25% tra 2030 e 2049 a causa delle ondate di calore.

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LE SCELTE DA ADOTTARE – Per l’Ipcc per affrontare i mutamenti climatici sarà inevitabile «fare delle scelte, dato che i rischi sono sempre più chiari. Come ha spiegato Vicente Barros, co-cordinatore del Working Group II, «viviamo in un’era di mutamenti climatici per opera dell’uomo e in molti casi non siamo preparati ad affrontare i rischi climatici che già stiamo affrontando. Gli investimenti per una migliore preparazione possono pagare dividendi per il presente e per per il futuro», si legge nel rapporto. Il rapporto elaborato prevederà una nuova pubblicazione da parte dell’Ipcc a fine aprile – dopo quella dello scorso settembre e il seguito di oggi, ndr – quando sarà pubblicata la terza puntata, dedicata alle misura da prendere per evitare per ridurre le emissioni di gas serra o riassorbire l’eccesso di anidride carbonica. A ottobre, infine, sarà pubblicato il rapporto sintetico, che farà da base alle decisioni “politiche” contro il global warming che, secondo le previsioni, dovranno essere prese, oltre che alla riunione Cop di Lima del 2014 e a quella di Parigi del 2015.

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