Tutti gli uomini (e le donne) di Roberto Maroni

05/09/2013 di Maghdi Abo Abia

«Maroni non può governare la Regione come se fosse via Bellerio». Con queste parole il consigliere regionale lombardo in quota al Pdl Stefano Carugo ha lanciato l’attacco, lo scorso 28 giugno, contro certe nomine da parte del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ritenute troppo “di parte”.

tutti gli uomini e le donne di roberto maroni

UN PROBLEMA DI NOMINE – Parole forti che vengono ricalcate da Enrico Marcora, già candidato alla Regione contro Formigoni nel 2005 ed oggi rappresentante del Centro Popolare Lombardo che, in relazione ad alcuni articoli apparsi nei giorni scorsi sulla stampa, ha dichiarato: Le ultime notizie relative a incarichi professionali non legati alla meritocrazia presagiscono nuvole in arrivo sul tema dell`ufficio comunicazione in Regione Lombardia. Credo che sia doveroso in un momento in cui i cittadini si trovano in grave crisi economica che i soldi pubblici siano spesi con la dovuta oculatezza. E’ necessario che quanto prima venga posta un’interrogazione in Consiglio regionale, sarebbe incredibile che dopo neanche 100 giorni di amministrazione Maroni si presentino situazioni non del tutto chiare». Quindi ci sarebbe un problema di nomine in Regione. Maroni avrebbe messo molti fedelissimi ai posti di comando “colonizzando” Palazzo Lombardia. L’accusa è chiara. Cerchiamo di far luce su quelli che sono stati gli ultimi due mesi di governo leghista.

LA QUESTIONE ABELLI – Il caso è scoppiato, come ci ricorda il Corriere della Sera, in occasione delle nomine degli enti regionali. Il 27 giugno Palazzo Lombardia ha dato il via ad un’infornata di nomine, con Maroni che ha espresso riserve sugli incarichi proposti dal Pdl a due “fedelissimi” del movimento, Loris Zaffra e Giancarlo Abelli. Nessuno dei due ha però avuto soddisfazione, visto che il primo, che doveva essere nominato a capo di Arpa Lombardia, è stato sostituito dallo stesso suo gruppo consiliare con Bruno Simini, ex assessore della giunta Moratti, quindi di Milano. Abelli invece doveva essere destinato all’Ersaf, l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura. La sua nomina è stata però “congelata” dallo stesso Maroni che, parole sue, nel suo stop ha chiesto un «segnale di discontinuità. Voglio persone che rappresentino il futuro e, con tutto il rispetto per la storia dei singoli e sul nome di Abelli, c’è solo una differenza di opinione ma su tutti gli altri è andata benissimo».

Il vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani (Pdl)
Il vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani (Pdl)

NIENTE RICOLLOCAZIONI – Il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Alessandro Alfieri, all’epoca andò contro la Giunta spiegando che le nomine relative ad Arpa ed Ersaf dovevano essere assegnate a persone dal curriculum affidabile «non certo -parole sue- da ex assessori in cerca di una ricollocazione. Vale per Bruno Simini come per Giancarlo Abelli». Fabio Pizzul, sempre del Pd, ha continuato dicendo che rispetto alla gestione Formigoni non è cambiato niente, riferendosi a nomine ritenute “particolari”. Ed a proposito di nomine, è giusto ricordare che il 27 giugno la Regione ha reso Massimo Garavaglia, leghista, nuovo capo di Finlombarda e presidente del Consiglio di Sorveglianza di Lombardia Informatica. Paolo Besozzi, già numero due di Serravalle, è entrato nel CdA di Infrastrutture Lombarde con probabile sistemazione al vertice. Infine Giancarlo Pola va a guidare Eupolis.

L’EX PREFETTO LOMBARDI ALL’ALER – Qualche giorno prima, per l’esattezza il 17 giugno, la Regione ha comunicato sul suo sito che l’ex prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, sarebbe stato il nuovo commissario straordinario dell’Aler di Milano, ovvero le aziende lombarde per l’edilizia residenziale e pubblica. Maroni nello spiegare la nomina ha detto che questa, così come le altre, «non sono oggetto di spartizione tra i partiti, ma sono stati scelti per competenze e curriculum». L’Espresso però aggiunge che Lombardi è un personaggio molto vicino a Silvio Berlusconi e che in vacanza «andava nei villaggi extralusso di Salvatore Ligresti», Ligresti che ha intrattenuto rapporti con il figlio di Lombardi, Stefano, di professione avvocato. Un rapporto tanto forte che i Ligresti erano presenti al matrimonio di Lombardi Jr.

L'ex Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi (primo da destra) con Salvatore Ligresti (secondo da sinistra)
L’ex Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi (primo da destra) con Salvatore Ligresti (secondo da sinistra)

LE COMPENSAZIONI PDL – Ma niente spartizioni, solo curriculum. Torniamo a parlare della vicenda Ersaf. Secondo La Provincia di Varese al posto di Giancarlo Abelli -persona che non rappresentava una discontinuità secondo Maroni- è stata nominata al vertice Elisabetta Pallavicini, qualificata come “formigoniana” e già presidente di Arpa Lombardia. Alla Triennale di Milano ci andato invece David Bevilacqua, amministratore delegato di Cisco e, si dice, nelle mira di Silvio Berlusconi per un rilancio di Forza Italia. E poi c’è Davide Doni, si dice fedelissimo di Mario Mantovani, vicepresidente della Regione, che va a guidare il concorso di bonifica est Ticino Villoresi dopo essere stato responsabile delle pubbliche relazioni della bocciofila di Arconate ed aver maturato un’esperienza nel consiglio d’amministrazione della Coop Altomilanese. 

Share this article