Troppo caldo in ufficio? In casi estremi si può tornare a casa

03/08/2017 di Redazione

Con le temperature da bollino rosso in gran parte dello stivale, è probabile che ci sia troppo caldo in ufficio. Lavorare senza aria condizionata non è facile per alcuni, così come per altri è insopportabile farlo con temperature artificiali troppo basse rispetto a quelle esterne. La battaglia tra chi soffre il caldo e chi odia l’escursione termica è un grande classico in ogni posto di lavoro. E per chi soccombe stare in ufficio diventa un incubo.

CI SI PUÒ RIFIUTARE DI LAVORARE SE C’È TROPPO CALDO IN UFFICIO?

Ma ci si può rifiutare di lavorare se c’è troppo caldo in ufficio? L’Adnkronos lo ha chiesto a Pasquale Staropoli, esperto di Fondazione Studi Consulenti del lavoro. «A monte di qualsiasi discorso sull’argomento – spiega Staropoli all’agenzia – c’è l’articolo 20187 del Codice Civile secondo cui l‘imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro».

IL DATORE DI LAVORO DEVE VERIFICARE CHE NON CI SIA TROPPO CALDO IN UFFICIO

In pratica, il datore di lavoro deve adottare tutte le misure idonee a prevenire sia i rischi insiti all’ambiente di lavoro, sia quelli derivanti da fattori esterni e inerenti al luogo in cui tale ambiente si trova, visto che la sicurezza del lavoratore è un bene di rilevanza costituzionale che impone al datore di anteporre al proprio profitto la sicurezza di chi esegue la prestazione. «Tale principio – continua Staropoli – viene attuato nel Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 81/2008) in cui si introduce il concetto di agenti fisici e di microclima, che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Insomma, bisogna monitorare le temperature all’interno di un ufficio come si monitorano gli altri agenti fisici».

TROPPO CALDO IN UFFICIO, NON BASTA IL TERMOMETRO PER TORNARE A CASA

Attenzione, però, non basta guardare il termometro per decidere di restare a casa perché c’è troppo caldo in ufficio. «Non si parla di una temperatura precisa – spiega l’esperto – si dice che la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori». E quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l’ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione, si legge ancora.

La nostra legislazione non chiarisce sopra quale soglia ci sia troppo caldo in ufficio. Una norma del genere è prevista solo per il lavoro in cave e torbiere. Per il resto si rimanda alla norma UNI-EN-ISO 7730. «Una norma scientifica – dice Staropoli – perché propone delle equazioni grazie alle quali, inserendo tantissimi parametri tra cui metri quadrati, numero di persone e pc in una stanza, umidità, ventilazione, ecc. si riesce a ottenere il valore di una temperatura adeguata o meno all’organismo umano».

Quindi il consiglio dell’espero per chi soffre troppo caldo in ufficio è «come accade nel caso in cui faccia molto freddo, in una situazione estrema, devo chiedere e pretendere che il datore di lavoro verifichi se la temperatura sia adeguata».

Foto copertina: Freepik

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