Treviso muro di 3 metri per proteggere ville di lusso: il progetto fa discutere

03/03/2017 di Redazione

A Treviso nascerà un quartiere di 22 lussuose villette a due piani, con balconi fioriti e piscina, “difeso” da un muro alto tre metri. Succede a San Bona, a pochi passi dalla recinzione del carcere cittadino. «Quel muro non è legittimo, non rispetta i vincoli del regolamento edilizio, è fuorilegge», ha accusato Italia Nostra.

Si tratta di un «forte all’americana» realizzato dalla Berno Real Estate in via Di Fulvio, a fianco del supermercato Alì, sui terreni ceduti a suo tempo dall’Israa. Berto Zandigiacomi, già presidente dell’associazione ambientalista, ha criticato l’amministrazione e in particolare il sindaco Giovanni Manildo e all’assessore Liana Manfio.

Spiega nei dettagli un pezzo de La Tribuna:

«Dobbiamo registrare che incredibilmente l’amministrazione comunale vìola il suo stesso regolamento edilizio, non possiamo celare tutto il nostro stupore», ha detto l’esponente di Italia Nostra a sindaco & Company, creando un improvviso momento di gelo nell’auditorium. «In particolare l’articolo 49 bis sulle recinzioni, laddove fissa come criterio generale un’altezza massima di 0,70 metri ciechi eventualmente sormontate da una ringhiera che consenta la visibilità».
Ma ecco il testo dell’articolo al centro del caso: «Tutte le recinzioni, in qualsiasi zona si trovino, non dovranno essere di impedimento o di ostacolo alla visibilità o comunque disturbare la visibilità in prossimità di curve, incroci, confluenze o altro», recita l’articolo del regolamento varato nel 2001, aggiornato nel 2016, «Per una distanza di metri lineari 3 dagli innesti stradali e per ciascun lato, le murature o altre soluzioni cieche, dovranno avere un’altezza massima di metri lineari 0,70 eventualmente sormontate da ringhiera sufficientemente trasparente da consentire la visibilità».

(foto di repertorio Pixabay)

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