La storia di Tony Drago il militare 25enne morto in caserma

Ne è convinta la madre, da anni: Tony Drago, suo figlio, caporale di 25 anni, non si è suicidato all’interno della caserma dei Lancieri di Montebello di Roma. L’uomo fu trovato morto il 6 luglio del 2014. Il suo decesso è stato bollato come suicidio. Una ipotesi che però non si è dimostrata, con ulteriori indagini, come tale.

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LA STORIA DI TONY DRAGO. IL MILITARE MORTO IN CASERMA

Secondo la versione ufficiale il giovane si sarebbe ammazzato salendo su una sedia per poi lanciarsi nel vuoto da una finestra al secondo piano, dopo un volo di circa dieci metri. Il gip però non ha disposto l’archiviazione del caso e ha disposto una nuova perizia medico legale. La Procura di Roma sta continuando a indagare. Ed è qui che il caso è a una svolta.

tony drago

Oggi c’è stata, davanti al gip di Roma Angela Gerardi, l’udienza a porte chiuse per l’incidente probatorio. Secondo i periti il suicidio sarebbe incompatibile con la ricostruzione cinematica della caduta e col tipo di traumi riscontrati sul cadavere.  I periti hanno individuato un politraumatismo sul corpo del giovane. Tony quindi non avrebbe fatto un volo di 10 metri. Primo perché sembra massacrato di botte, secondo perché il giovane non poteva finire a circa cinque metri dal muro perimetrale dove poi è stato trovato. Non solo: secondo quanto anticipato dall’avvocato Riccioli (che segue la famiglia Drago) sul Corriere il professore Paolo Procaccianti, medico legale incaricato dal gip, avrebbe inoltre rilevato che «l’enfisema polmonare riscontrato (ovvero la fame d’aria dallo stesso avvertita prima di morire) è incompatibile con la morte istantanea derivante dalla precipitazione». Tony era un giovane solare, si laureò in Scienze dell’investigazione. Decise di arruolarsi nell’esercito e proprio per la sua prestanza fisica riuscì a entrare nella prestigiosa  caserma dei Lancieri di Montebello. Il giovane è ritenuto idoneo sia fisicamente che psicologicamente. Qui Chi l’ha visto quando iniziò a seguire il caso.

Il pm Alberto Galanti nel luglio scorso ha sostanzialmente riaperto il caso, registrando otto indagati. Dopo la riapertura è stata disposta anche la riesumazione del cadavere del militare, avvenuta il 15 ottobre scorso nel cimitero di Siracusa. L’ipotesi dei periti è che «il decesso potrebbe essere scaturito in due tempi». Non solo. Ora, dopo la riapertura del caso, anche tra i militari emergono versioni diverse. Al momento gli 8 indagati dovranno rispondere genericamente di «concorso colposo in delitto doloso commesso da soggetti per il momento ignoti». Secondo un testimone Tony voleva denunciare episodi di nonnismo all’interno della caserma. Il testimone ha riferito di una aggressione subito mentre si trovava nel dormitorio.

 

 

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