Presa Diretta e l’inchiesta sul tonno rosso: le reazioni del web

Il tonno rosso al centro dell’inchiesta di Presa Diretta andata in onda ieri sera, l’ultima puntata del programma di Riccardo Iacona che, da settimana prossima, cederà il posto a Report di Milena Gabanelli. Un’inchiesta, quella sul tonno rosso, che parte proprio dalla Sicilia e dalla Sardegna, famose per le loro tonnare che fino a qualche anno fa lo portavano sulle tavole degli italiani. Oggi però il tonno rosso italiano è sparito dal mercato nazionale, soppiantato da quello che viene pescato nel Pacifico e Atlantico e poi importato.

tonno rosso presa diretta
Photocredit: Presa Diretta/ Rai3

TONNO ROSSO ITALIANO –

L’inchiesta di Lisa Iotti per Presa Diretta, Pesca Selvaggia, parte dal fenomeno migratorio del tonno rosso che dall’Atlantico, attraversa lo Stretto di Gibilterra per venire a deporre le uova nelle acque più calde del Mediterraneo. Da secoli, i pescatori conoscono il periodo in cui i banchi di tonni passano davanti alle nostre coste e li fanno convogliare nelle tonnare: un complesso sistema di reti che permette di intrappolare i pesci. Le reti vengono poi portate verso la superficie dove vengono catturati: la famosa mattanza dei tonni che rappresenta un vero e proprio evento, sopratutto turistico, per i tanti pescatori sardi e siciliani. È a questo punto che si entra nella questione: perché il 90% dei tonni – l’inchiesta fa l’esempio di Carloforte, nella provincia sarda di Carbonia-Iglesias, ma si fa riferimento anche a Sicilia e Campania – non vengono pescati e poi commercializzati in Italia, ma trascinati ancora vivi nelle reti fino a Malta, dove finiscono negli allevamenti maltesi, ingrassati e poi pescati e infine rivenduti sul mercato giapponese. Per Malta si tratta di un commercio estremamente redditizio, che vale circa il 2% del pil nazionale.

IL TONNO ROSSO ITALIANO CHE VA A MALTA. E POI IN GIAPPONE –

Va sottolineato che, nel Mediterraneo, il tonno rosso si pesca attraverso il sistema delle quote: una limitazione imposta da Bruxelles una decina di anni fa dopo che questo pesce è stato considerato a rischio estinzione. A Malta, tuttavia, i tonni non arriverebbero se non fossero letteralmente rimorchiati dalle acque sarde e siciliane: l’isola del Mediterraneo, infatti, non rientra nelle rotte naturali di questa specie. In Italia, queste quote – 2000 tonnellate all’anno – sono state comprate da pochi grandi armatori, che convogliano i tonni nelle gabbie e li vendono ai broker maltesi che a loro volta rivendono il pesce sui mercati asiatici, in particolare su quello giapponese, ottenendo ricavi altissimi. Lo scorso maggio l’Unione Europea ha stabilito che, a fronte di una ripopolazione del Mediterraneo di tonno rosso, l’Italia potrà aumentare le sue quote del 20%. Quote che però sono state redistribuite a chi già le possedeva, a scapito dei piccoli pescatori che non possono pescare tonno rosso da anni. Se un pescatore che non possiede le quote per pescare quel particolare tipo di pesce pesca per errore alcuni tonni rossi, è costretto a denunciare il fatto alle autorità competenti, che fanno scattare le sanzioni. Per questo molti pescatori che si ritrovano attaccato all’amo un tonno, preferiscono gettarlo via, in mare – un doppio spreco, per la natura e per chi, di pesca, ci vive – oppure sezionarlo direttamente sul peschereccio e poi venduto abusivamente, con il rischio che la carne si contamini per una cattiva conservazione.

tonno rosso presa diretta
Photocredit: Presa Diretta/ Rai3

E IL TONNO ROSSO CHE MANGIAMO NOI? –

In Italia, però, il tonno rosso si mangia. Ma, a questo punto, sappiamo che non si tratta di tonno pescato in acque italiane perché l’80% di esso finisce prima a Malta e poi in Giappone. Da dove viene, quindi, il tonno che mangiamo noi? L’inchiesta di Presa Diretta prosegue a Guidonia, comune a trenta chilometri da Roma dove si trova il mercato ittico che rifornisce di pesce tutto il centro sud italiano. Lì Lisa Iotti scopre che il tonno rosso c’è, ma in filoni, ovvero già lavorato, impacchettato e congelato altrove. In sostanza è tonno che arriva dall’Oceano Pacifico e Indiano, e che viene rivenduto in Italia decongelato.

TONNO ROSSO COLORATO –

E c’è di più: la carne del tonno rosso è di colore rosso scuro. Si tratta di una pigmentazione naturale, tipica della carne di questa specie ittica. Ma, per qualche motivo, il consumatore italiano ha cominciato a pensare che quella colorazione così scura sia un segnale della scarsa freschezza del pesce. Quindi, per poter essere “appetibile” al consumatore, la carne del tonno viene trattata con nitrati e nitriti per darle un colore “migliore” e farlo sembrare “fresco” quando magari è vecchio di giorni. Al contrario, se invece potessimo mangiare il tonno rosso pescato in Italia, tutto il processo di commercializzazione del pesce sarebbe più rapido, portando sulle nostre tavole un prodotto veramente fresco e senza additivi. Va detto anche che, pur essendo l’Italia un paese di mare, solo il 30% del pesce che consumiamo viene dai nostri mari. Il 70% arriva dalle marinerie di tutto il mondo, che pescano nelle acque di altri paesi e poi rivendono sul mercato internazionale. Tra questi paesi c’è anche il Senegal, paese dell’Africa Occidentale che si affaccia su una zona dell’Atlantico tra le più pescose del mondo e che proprio per questo motivo è letteralmente invaso da armatori di ogni paese che ne sfrutta indiscriminatamente le risorse, anche con metodi illegali, contribuendo anche all’impoverimento non solo del mare, ma anche del paese.

tonno rosso presa diretta
Photocredit: Presa Diretta/ Rai3

TONNO ROSSO A PRESA DIRETTA: LE REAZIONI –

Un’inchiesta, quella sul tonno rosso, che ha scatenato l’immediata reazione dei telespettatori italiani, probabilmente ignari sia di quello che succede ai tonni italiani, sia del fatto che di tutto il pesce pescato nei nostri mari, solo una minima parte viene consumato da noi. E, su Twitter, i comment si fanno sempre più accesi:

 

(Photocredit copertina: Presa Diretta/Rai3)

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