Montanari sbugiarda D’Alema: «Mi chiamò per consigliarmi di entrare nella giunta della Raggi»

17/06/2016 di Marco Esposito

Ora c’è la conferma. Massimo D’Alema ha telefonato al critico Tomaso Montanari per consigliargli di entrare nella giunta di Virginia Raggi. A dirlo, in un’intervista di Tommaso Ciriaco per Repubblica, è lo stesso professore di Storia dell’arte.

«È vero, mi ha chiamato D’Alema. E mi ha consigliato di fare l’assessore alla Cultura in una giunta della Raggi» dice.

La chiama e cosa le dice?

“In realtà sono state tre telefonate. Come molti, era incuriosito dal fatto che uno come me, di sinistra, venisse chiamato dal M5S”.

E poi le consiglia di accettare l’assessorato dalla Raggi?
“Abbiamo parlato della grande manifestazione sulla cultura a Roma. Della città. E poi sì, anche della possibilità che io diventassi assessore alla Cultura”.

Con la Raggi?
“Sì. E mi ha consigliato di farlo. O meglio, mi ha detto che se avessi accettato avrei di certo fatto bene. Lo diceva non tanto per la Raggi, ma pensando a Roma”.

Montanari, poi svela altri retroscena della sua telefonata con D’Alema

Perché le consigliava di accettare? Per far perdere Renzi?
“Non penso per fare un dispetto a Renzi. E comunque, lo sanno tutti che una parte importante dei dirigenti del Pd non voterà il partito a queste elezioni…”.

Dal colloquio emerge che per voi il Pd non esiste più?
“È difficile continuare a considerare il Pd una forza di sinistra. Penso alla riforma costituzionale. Per una sinistra radicale al 5% e pezzi del Pd diventa naturale guardare al M5S. Qualcosa di simile accade in Spagna. E d’altra parte è un processo in atto da mesi. Sa chi c’era all’evento “Emergenza cultura”? Fassina, Civati, Tocci e i parlamentari grillini”.

Lei a Roma chi voterà?
“Votassi a Roma, la Raggi”.

E quindi con D’Alema concordate proprio su tutto, dal referendum al Campidoglio?

“Sì. E penso che D’Alema e gli altri dirigenti del Pd debbano dire queste cose pubblicamente. Non per andarsene dal Pd, ma per riprenderselo. Renzi è un abusivo della storia di sinistra”.
Perché allora questa reazione da parte dell’ex premier?
“Non capisco, forse è perché siamo alla vigilia di un voto importante – che il Pd perderà – e qualcuno si appresta a indicarlo come capro espiatorio. Cosa bizzarra, perché – lo dico con rispetto – non credo sposti molti voti”.

Ma quindi, D’Alema, sarebbe disposto a votare anche “Lucifero” (o Belzebù) pur di disarcionare Matteo Renzi?

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