Tiziana Laudani, uccisa dalla grata a Roma, lascia un figlio disabile

11/08/2016 di Redazione

Tiziana Laudani, la donna morta dopo un volo di 8 metri per una grata che non c’era a largo San Giuseppe Artigiano a Roma, lascia un bambino di 11 anni in sedia a rotelle. La sua storia e il dolore immenso della famiglia della donna la racconta il Messaggero:

«Dov’è mamma?». Luigi lo chiede con gesti e suoni che solo il papà può comprendere. «Mamma adesso torna», e Mario gli accarezza i capelli corti con gli occhi rossi. Ma le lacrime sono lì, per nasconderle spinge la carrozzina e si allontana dall’ingresso del palazzo dove Tiziana lavorava come portiera. «Dov’è mamma?», Luigi – non è questo il suo nome – si porta il pugno alla guancia, di nuovo. «Stai tranquillo, mamma torna. È andata a prendere i soldi. Lo vedi che siamo rimasti con pochi spiccioli?», e tira fuori dalla tasca qualche centesimo per far sorridere il figlio. Tiziana non tornerà, e adesso come dirlo a quel bambino di 11 anni che non cammina e parla appena, si disperano le amiche, come fargli accettare che la notte lei non ci sarà più a stringerlo tra le braccia per farlo addormentare.

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L’esame del medico legale esclude ogni dubbio. Tiziana Laudani è morta in un incidente, una voragine che non doveva esserci e delle protezioni che nessuno aveva

messo davanti a quelle grate:

Arriva un’ambulanza davanti al civico 60 di via Eugenio Checchi, al Portonaccio. È per Carlo, il padre di Tiziana che abita nello stabile dove la donna lavorava, si è sentito male, troppo grande questo dolore. Erano giorni di ferie per lei, ma le vacanze non sapeva cosa erano. Approfittava della pausa in portineria per andare a fare le pulizie in altre case del condominio, dove anche lei abitava con il compagno e il figlio.
«Viveva per il bambino malato, non lo lasciava mai. Una mamma straordinaria, con una forza e un coraggio rari». Sul profilo facebook di Tiziana le foto di Luigi
accanto a Totti, un giorno di sorrisi e abbracci a Trigoria, e sempre lui in ogni immagine, mentre spegne le candeline, con la parrucca dell’Italia in testa.
«Chi ha un figlio straordinario clicchi qui». E tante preghiere, «fede non è credere che Dio farà ciò che vuoi ma credere che Dio farà ciò che è meglio per te».
Poi era arrivato quest’uomo nella sua vita, Dalil, l’algerino che è precipitato con lei nella buca. «Si erano conosciuti a dicembre», piange un’amica mentre
racconta. «Lui stava sempre qui, giocava con il figlio, gli insegnava le lettere, ci perdeva un sacco di tempo. E lei sarà stata colpita da tutte quelle attenzioni. Poi lui
era partito. Non poteva restare al suo paese? E invece è tornato. Ma Tiziana diceva che era felice».

(il luogo in cui è precipitata la donna, foto ANSA/CLAUDIO PERI)

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