Il Fattoquotidiano.it si scusa per l’articolo su Tiziana Cantone

14/09/2016 di Redazione

Il Fattoquotidiano.it si scusa, con un editoriale firmato dal direttore della testata online Peter Gomez, per la pubblicazione nel 2015 di un articolo su Tiziana Cantone, la ragazza che si suicidata dopo che sui social network erano stati diffusi, a sua insaputa, alcuni video intimi che immortalavano la ragazza in un compagnia di un uomo. Gomez, a differenza di altre testate che si erano limitate a cancellare gli articoli, ha deciso di metterci la faccia. Spiegando di aver sbagliato a trattare l’articolo, molto contestato in queste ore in rete, come un caso di costume. E ammettendo come il giornale da lui diretto si sia «comportato in maniera gravemente negligente» sul caso. 

LE SCUSE DEL FATTOQUOTIDIANO.IT SUL CASO CANTONE

Scrive Peter Gomez:

«Anche il web-giornale che dirigo ha pubblicato un pezzo sul suo caso. Un articolo che dava conto del fenomeno esploso intorno al suo nome. Nel pezzo si raccontava come venissero vendute magliette che riportavano una frase da lei pronunciata, si parlava dei gruppi Facebook a lei dedicati, delle parodie e dei tanti video satirici che spopolavano su YouTube.

 

Sbagliando avevamo trattato la cosa come una sorta di fenomeno di costume e avevamo come altri ipotizzato che la vicenda potesse essere un’operazione di marketing in vista del lancio di una nuova attrice. L’errore commesso è evidente e innegabile.

 

Non eravamo davanti a un caso di costume, ma un caso di cronaca che come tale andava trattato e approfondito per poi avere in mano elementi sufficienti per decidere se pubblicare o meno. Detto in altre parole non ci saremmo dovuti accontentare del fatto che la povera Tiziana fosse introvabile, ma avremmo dovuto chiedere ai nostri collaboratori di cercare i suoi amici e familiari per capire cosa era realmente accaduto.

 

E credo che se avessimo fatto fino in fondo il nostro mestiere quel pezzo del 2015 non sarebbe mai finito in pagina. La scorsa settimana un giudice, su richiesta dei legali della ragazza, ha ordinato di rimuovere i contenuti su Tiziana a Facebook, Google, Yahoo e YouTube e a due giornali online che avevano anche ripreso i suoi video. In seguito alla notizia della sentenza – che a noi era francamente sfuggita – nei giorni successivi centinaia tra siti e testate online hanno cancellato quello che in quella primavera avevano scritto. Ieri notte poi, dopo la morte della giovane donna, da internet sono sparite altre centinaia di migliaia di pagine.

 

Continua Gomez, scusandosi:

«Giusto e doloroso dire però che anche noi abbiamo avuto una parte, sia pur piccola, in questo misfatto compiuto dal web. Poco importa che senza il nostro pezzo del 2015 le cose non sarebbero cambiate di una virgola. Quanto accaduto non può e non deve essere risolto con la semplice cancellazione di ciò che era stato scritto. Impone una riflessione, già iniziata, su quello che possiamo fare qui a ilfattoquotidiano.it. Anche davanti a storie e vicende già pubblicate da altri o già conosciute tramite i social da milioni di persone, il nostro giornale online deve riflettere dieci minuti di più prima di commentare o raccontare. Non per dare lezioni a nessuno (che evidentemente mai come in questo caso non siamo in grado di dare), ma per poter dire a noi stessi che abbiamo fatto fino in fondo, con correttezza, il nostro dovere. Ogni giorno pubblichiamo più di 120 contenuti. A ciascuno di essi dobbiamo dare la medesima cura. E se non siamo in grado di farlo, a causa del super-lavoro, dobbiamo non pubblicare.[….]

 

Oggi è il caso che qui si parli di noi, delle nostre responsabilità e delle nostre manchevolezze.

Questo solo mi sento di dire a chi ci legge, convinto che ogni altra parola sia di troppo.

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