TFF34, Jasmine Trinca “Eravamo io, David Bowie ed Elsa…”

JASMINE TRINCA –

“Bionda senza averne l’aria” canta Francesco Guccini in Autogrill. Così si presenta Jasmine Trinca al Torino Film Festival, nella doppia veste di madrina e attrice del film SLAM – Tutto per una ragazza. Quel capello aggressivo e decolorato, appunto, è figlio di un altro set e di un altro lungometraggio, Fortunata, di Sergio Castellitto. Lì è una giovane madre, matrimonio fallito alle spalle e un negozio da parrucchiera nei sogni, qui invece, nell’opera terza di Andrea Molaioli, è una giovane aspirante nonna – sì, lo so, stentate a crederlo, ma è così – e un genitore diverso e possibile. “La giovane età di Antonella annulla la gerarchia della distanza anagrafica: lei è una mamma fallibile, che comunica al figlio la possibilità di sbagliare. E’ così brutto quando un ragazzo dice “non posso dirlo ai miei”. E’ una frase che non dovrebbe esistere”.

LEGGI ANCHE: ROBERTO BOLLE “UN FILM CON SORRENTINO? PERCHE’ NO”

Guarda l’intervista esclusiva di Giornalettismo a Jasmine Trinca:

Si cala, quella che è l’attrice più completa e potente del cinema italiano, in un ruolo lieve e sensibile, tirando fuori, forse, qualcosa in più di sé, togliendosi di dosso la seriosità che il cinema d’autore le aveva cucito addosso e che non la rappresentava del tutto. E concedendosi a quel talento che può renderla musa di Moretti e donna d’azione in The Gunmen, donna in cerca di sé per Giorgio Diritti e lacerata d’amore per la sua prima prova con Castellitto. E tanto altro.

LEGGI ANCHE: SLAM TUTTO PER UNA RAGAZZA, IL TEEN MOVIE CHE NON TI ASPETTI

Si lascia andare, guardando il manifesto della rassegna guidata da Emanuela Martini che è dedicato al Duca Bianco, a un ricordo legato alla sua, di mamma. “Mi ha cresciuto facendomi sentire David Bowie e ora io lo faccio con mia figlia, Elsa. La bellezza della cultura, dell’arte è anche l’eredità preziosa che rappresenta”. Preparata, intelligente, spontanea, sul palco come davanti al microfono non imposta la risposta o il monologo “giusto”, ma quello che sente. E conquista immediatamente l’attenzione di chi l’ascolta. La capacità di emozionarsi per una riflessione di Gabriele Salvatores o di ridere teneramente pensando ai giorni passati a Torino con la sua bambina, la rendono un espressione rara di umanità e profondità. Soprattutto in un mondo come questo.
E si, se ve lo state chiedendo, sta meravigliosamente anche bionda.

Share this article