Teatro Eliseo e la scommessa di Luca Barbareschi: «Sarà il Beaubourg di Roma»

Tabula rasa. Il Teatro Eliseo e il Piccolo ripartono da zero e con un solo obiettivo: rendere il palco di Via Nazionale un ‘Beaubourg’ italiano. L’apertura della struttura (con i lavori di restauro compiuti) avverrà il 29 settembre del 2015. Quella di Luca Barbareschi, neo direttore artistico del teatro romano, è una sfida in piena regola. Lui ha messo i «4,5 milioni necessari» per i lavori di adeguamento, lui aprirà la stagione del Teatro Eliseo mettendoci non solo alcuni suoi spettacoli (Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad e Cercando Segnali d’amore nell’universo) ma anche diverse realtà della Capitale. L’Università La Sapienza, Il Fondo Ambiente italiano, il Policlinico Gemelli. Perché? Perché l’Eliseo non sarà solo teatro ma anche lezioni, incontri culturali. Ci saranno perfino un ristorante e una zona lounge. Con il brunch, sottolineano da via Nazionale. Barbareschi scherza in conferenza: «Ho contattato Visco dato che qui c’è la vicina Banca d’Italia, ecco loro sono la Banca dei soldi, noi delle emozioni». «Qui – ha sottolineato – gli spettacoli inizieranno alle 20. Come si fa in ogni capitale civile».

TEATRO ELISEO: JAZZ E SINFONICA DAL SANTA CECILIA –

Il maestro Gabriele Lavia ha augurato tanta “merda” al neo direttore artistico. «Un tempo – ha ricordato davanti ai cronisti Lavia – il successo dei teatri era decretato da quanta merda di cavallo veniva raccolta davanti al teatro dopo uno spettacolo: tante carrozze significavano tanto pubblico presente in sala». E l’Eliseo tornerà ad esser quel teatro da 1800 dove, garantiscono, gli spettatori seguivano quel “pop” di Puccini a La Scala di Milano, e il palco diventava luogo di confronto, incontro. Così nella carrozza Eliseo ci entrano dentro un po’ tutti. Incluso il Conservatorio di Musica Santa Cecilia. Alcuni dei suoi 1500 talenti formeranno l’orchestra sinfonica del palco di Via Nazionale e quella jazz.

TEATRO ELISEO: NULLA DA FARE PER I VECCHI ABBONAMENTI –

«In un momento così difficile per questo settore, la rinascita dell’Eliseo, attraverso cui sono passati i grandi del teatro italiano, è fondamentale», ha commentato l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Giovanna Marinelli, anche lei presente in conferenza stampa. Con oltre 50 persone impiegate nello staff, Barbareschi ha annunciato anche la partnership col teatro di Tor Bella Monaca, un quartiere «animato e assetato di cultura». Non solo: a sancire il legame importante con Roma anche l’opera di digitalizzazione dell’archivio storico dell’Eliseo, che nel 2018 compirà cento anni. Mentre in sala Cinema al palazzo delle Esposizioni sfilavano alcuni attori come Lunetta Savino, Ambra Angiolini e il regista Filippo Dini, c’era chi, da vecchio abbonato, chiedeva il resoconto della sua ultima iscrizione al bancone informazioni. Nulla da fare: la nuova amministrazione, ha sottolineato non è responsabile «dei 450 mila euro di euro della campagna abbonamenti dello scorso anno». Soldi, ribadiscono, «sfumati a causa della cattiva gestione precedente».

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TEATRO ELISEO E LA QUESTIONE MONACI –

Ed è il fantasma della precedente gestione a far riflettere i più. «Tutto è chiuso e risolto: oggi è arrivata la sentenza che diffida la famiglia Monaci a usare il nome e il logo dell’Eliseo», ha ribadito Luca Barbareschi. «Ho il teatro in affitto per vent’anni, mancano le quote di Monaci, quando le venderà le comprerò». La Casanova Teatro s.r.l. ha sottoscritto, in data 12 marzo 2015, con Immobiliare Eliseo s.r.l. un contratto di locazione della durata di 18 anni. E l’Eliseo è stato “promosso” a Teatro di interesse culturale (Tric). Ma dentro l’immobiliare ci sono ancora le quote dei Monaci, famiglia della precedente gestione. «La questione dell’immobile non ha nulla a che fare con la gestione del teatro», ha spiegato Barbareschi. In merito poi, alla questione dei dipendenti della vecchia società che gestiva il teatro, il direttore ha sottolineato di «aver reinserito l’80% di loro nel nuovo organico». E in effetti qualche vecchia faccia era presente anche oggi in conferenza stampa. La macchina è pronta, le partnership pure. Ci hanno messi tutti la faccia chiamati al microfono dal nuovo direttore artistico. Le sponsorizzazioni, basilari a questo punto, saranno rese pubbliche a settembre. Si parla di realtà come Vodafone, Amplifon. Barbareschi coinvolge tutta Roma per far ripartire via Nazionale. I vecchi debiti? Problema della precedente gestione. Il mantra è che l’immobile non influirà sulla attuale gestione teatrale. Nella visura catastale dell’immobiliare, Vincenzo Monaci versò le sue quote il 23 dicembre 2013 a Indag Trust, quale trustee del trust “The Monaci Trust” con stessa sede a Milano. Una mossa che per ora blinda quelle quote, ma che rimane inutile davanti al contratto d’affitto già stipulato. «L’eccezione culturale italiana sarà la nostra missione», ha assicurato Barbareschi. «Roma ha bisogno di una forte identità teatrale, e ho pensato che l’Eliseo potesse essere il teatro giusto per ripartire». Lui ci crede. E ora ci sono diverse realtà romane che sono sulla sua stessa barca.

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