L’idea del direttore di Rai Uno: «Il Festival di Sanremo lontano dall’Ariston»

16/05/2017 di Gianmichele Laino

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno, che arriva sull’onda lunga dell’Eurovision Song Contest di Kiev. Il direttore di Rai Uno Andrea Fabiano, nel corso di un’intervista a La Stampa, ha anticipato una sorta di rivoluzione copernicana: «La città di Sanremo è d’accordo nello spostare il Festival in un luogo più ampio rispetto al Teatro Ariston. Ci arriveremo, magari non l’anno prossimo, ma in futuro sì».

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L’IDEA DELL’ADDIO AL TEATRO ARISTON

Il palcoscenico più famoso dello spettacolo televisivo italiano (e non solo) è dunque pronto ad andare in pensione? Romantici e nostalgici storcono il naso e i cultori della manifestazione canora sono già in preallarme. A influire sul giudizio del direttore della rete ammiraglia sono state senz’altro le sirene dell’Eurofestival, una manifestazione dal format molto diverso rispetto a quello sanremese. Molto più business, meno qualità insomma.

«L’idea di organizzare questo show in Italia ci gasa, non ci preoccupa – aveva detto Fabiano all’indomani della trasferta ucraina di Francesco Gabbani -. Ci sono tante città, penso per esempio a Bologna, che si sono candidate per ospitarlo. L’Eurovision è un grande show, anche un modello per Sanremo che nei prossimi anni si dovrà avvicinare a questo livello di spettacolo». 

Un’idea non nuova, tra l’altro. L’Ariston è stato la casa del Festival dal 1977, ma nel 1990 la manifestazione canora si svolse nel mercato dei Fiori situato nella Valle Armea, in una frazione di Sanremo, proprio per motivi di capienza (si celebrava, quell’anno, la quarantesima edizione dell’evento). E sembra fare il paio con le dichiarazioni di Paolo Bonolis che, qualche giorno fa si era detto pronto a riprendere in mano la conduzione del Festival solo «a patto di avere un impianto scenografico completamente rinnovato».

E pazienza se non ci saranno più i fiori, le lunghe file sulla riviera ligure, lo charme della cittadina, il mare e le canzonette. L’idea romantica di un’Italia d’altri tempi potrebbe essere sacrificata nel nome dell’americanizzazione dello show. Perché Sanremo è Sanremo. Ma senza l’Ariston siamo sicuri che sarà davvero così?

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