Tasi: il grande caos

Ormai non passa giorno senza che non ci si chieda cosa sarà della Tasi, la tassa che dopo una serie di cambi di nome dovrebbe sostituire l’Imu. Ieri pomeriggio si era arrivati ad una soluzione che sembrava potesse soddisfare tutti ma oggi si torna punto ed a capo a causa dell’intransigenza di Scelta Civica che minaccia la crisi di governo qualora la tassa non venga cambiata ancora, per la gioia di Enrico Letta, il cui esecutivo sembra sempre meno stabile.

LA DECISIONE FINALE – Ieri sera l’esecutivo preannunciò un emendamento al decreto sugli Enti Locali che avrebbe sistemato la questione Tasi venendo incontro alle richieste dell’Anci per cui la nuova formula avrebbe portato ad un ammanco nelle casse dei comuni di 1,4 miliardi di euro rispetto al gettito garantito dall’Imu. L’aliquota del 2,5 per cento prevista all’inizio poteva essere alzata dai comuni, ma solo per il 2014, allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di Stabilità. Per fare questo le aliquote sarebbero potute salire superando i massimi consentiti, il 2,5 per mille per la Tasi ed il 10,6 per mille sulle seconde case.

LEGGI ANCHE: Tasi: come cambiano le aliquote per la prima casa

L’ATTACCO DI SCELTA CIVICA – L’incremento, che non avrebbe comportato alcun aumento della pressione fiscale, sarebbe stato compreso in una forbice tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille. Il risultato finale aveva fatto esultare il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che aveva parlato di chiusura di una vicenda complicata a causa della complessità della materia. Invece, come detto, si è tornati in alto mare a causa della posizione di Scelta Civica che ha definito il provvedimento «indigeribile»minacciando in caso la crisi di governo. Ed ecco tornare in ballo il tema della pausa di riflessione, lanciato ieri da Susanna Camusso ed oggi ripreso dal movimento nato dall’esperienza del governo guidato da Mario Monti.

«UN SUPPORTO COSTRUTTIVO» – Secondo i centristi, è necessario aprire un tavolo in cui definire entro un mese come dovrà essere la fiscalità della casa. Non si parla quindi di settimane di attesa ma di giorni, necessari secondo il segretario del partito, Stefania Giannini, per fare il punto della situazione risolvendo la crisi. La Giannini ha rafforzato il suo pensiero con queste parole, riprese da Repubblica: «Si tratta di un tentativo, spero di successo, per non mettere questa maggioranza in crisi. Se su questo non ci sarà ascolto è chiaro che dovremmo riflettere tutti. Non è una critica distruttiva, ma un supporto costruttivo».

LE PERPLESSITÀ DI FASSINO – Ed a proposito di critiche, Piero Fassino, presidente dell’Anci e sindaco di Torino, attacca la decisione finale del governo che, a suo dire, non risolve il problema delle entrate ridotte nelle casse dei Comuni. rispetto all’Imu: «Certamente l’emendamento va nella direzione giusta ma soltanto al 50%. Infatti, se la flessibilità sull’aliquota è finalizzata soltanto alla copertura delle detrazioni, non risolve il problema del minor gettito sulla prima casa. Quindi al governo e al parlamento chiediamo di dirci come intendono affrontare questo problema». Anche perché a causa della scadenza elettorale di quest’anno, la maggioranza dei comuni deve approvare i bilanci entro il 28 febbraio.

 

LEGGI ANCHE: Tasi: la tassa sulla prima casa fino al 3,3 per mille

 

FORZA ITALIA DICE NO – Quindi in realtà non c’è molto tempo per discuterne. La soluzione per l’Anci è che il governo adotti entro fine mese le misure necessarie ai Comuni per garantire le risorse compensative del gettito, con l’esecutivo che ha riconosciuto l’esigenza dei sindaci aprendo ad un confronto sul merito. Confedilizia si associa al moto d’indignazione accusando direttamente l’esecutivo: «Il Governo non accetta il confronto sulla Tasi. Ma i suoi comunicati contano niente: la service tax, descritta come tale ad agosto, è diventata ad ottobre un’Imu bis. Confidiamo nel Parlamento». Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera, Forza Italia, attacca frontalmente il governo, ripreso da Tgcom: «Sulla tassazione della casa e degli immobili è ormai indifferibile una battaglia enorme e senza sconti, rispetto alla quale saremo al fianco dei proprietari di immobili, cioè l’ottanta per cento degli italiani».

L’IRONIA DEI CINQUE STELLE – Contro quanto sta accadendo anche il Movimento Cinque Stelle. Il gruppo pentastellato alla Camera ha denunciato il passaggio dall’Imu alla Tasi rivista e definita extra-large, in quanto secondo loro  «rappresenta l’ennesima fregatura per i contribuenti, soprattutto per quelli meno abbienti. Il mix di improvvisazione, dilettantismo e dabbenaggine del governo ha raggiunto livelli parossistici quando si parla di tassazione della casa. A una tassa nuova, che ha cambiato nome cinque volte in pochi mesi, non è corrisposta nemmeno la cancellazione piena della vecchia Imu, malgrado gli spot del duo Letta-Alfano». Insomma, il dibattito prosegue ma una soluzione appare lontana come non mai.

(Credots immagine di copertina:  ANSA/ DANIELE MASCOLO)

Share this article
TAGS